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Contenimento di zuccheri, sale e grassi nei prodotti alimentari per l’infanzia e corretta pubblicità sono i punti fermi degli accordi sanciti nel corso di uno dei numerosi incontri e workshop sull’alimentazione dei giovanissimi tenutisi ad Expo. A sottoscrivere i due protocolli sono stati il ministero della Salute e le associazioni del settore alimentare, della pubblicità e del commercio.

Nel nostro Paese, il sistema di sorveglianza “OKkio alla salute 2014” sulle abitudini nutrizionali e sull’attività fisica dei bambini delle scuole primarie (6-10 anni), ha rilevato che i bambini in sovrappeso sono il 20,9% e i bambini obesi il 9,8%, in leggera diminuzione rispetto al 22,2% e 10,6% del 2012. In Italia, benché si assista ad una certa flessione nel consumo di latte/yogurt da parte dei ragazzi, i consumi dei prodotti ad alto apporto energetico, soft drink o merendine, non incidono significativamente sull’apporto calorico dei ragazzi della fascia di età fra i 3 e i 12 anni. Resta il fatto, come spiega lo stesso documento del ministero della Salute, che nella maggior parte delle famiglie italiane non si tiene conto della qualità e del complesso degli alimenti assunti durante tutta la giornata. Molti bambini, infatti, saltano la prima colazione, non amano le verdure, mangiano la frutta in casi eccezionali.

Quindi, oltre che auspicare la formazione di una maggiore consapevolezza alimentare dei giovanissimi e delle loro famiglie, il protocollo prevede l’intervento su diversi prodotti molto comuni nell’alimentazione di tutti noi: cereali da prima colazione, biscotti, snack salati, crackers e merendine. Per tutti i prodotti in questione, entro il 2017 saluteremo definitivamente i grassi idrogenati e le aziende si sono impegnate a portare una riduzione importante del contenuto medio attuale di sodio e zuccheri (nei cereali, per portare un esempio, si arriverà ad una riduzione percentuale rispettivamente del 56% e del 14%). Inoltre saranno “rimpicciolite” le porzioni degli amatissimi snack salati e delle merendine, dei gelati e dei succhi di frutta monoporzione, implementate le quantità di fibre presenti in tutti gli alimenti e migliorate le etichettature indicanti le quantità di nutrienti. In particolare per le merendine, entro la fine del 2016 tale etichettatura diventerà obbligatoria sulle singole confezioni. Le aziende firmatarie, per concludere, si sono impegnate a non inserire patatine, merendine e cracker nelle forniture destinate ai distributori automatici presenti nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.

Capitolo a parte per la categoria dei “soft drinks”: secondo il protocollo, in Italia i consumi sono molto contenuti rispetto alla maggior parte degli altri Paesi Ue (53 litri/annui per persona contro i 93 di media) e l’impatto sul totale delle calorie assunte da tutti gli alimenti è inferiore all’1%. Ciò nonostante, in un’ottica di responsabilizzazione del mercato, le aziende interessate praticheranno l’astensione di attività di marketing nei canali diretti a bambini sotto i 12 anni, non distribuiranno bibite gasate nelle scuole e favoriranno nelle scuole secondarie di primo e secondo grado un’ampia gamma di bevande (inclusi acqua, succhi e altre bibite, anche a ridotto contenuto calorico) in confezioni idonee a consentire il controllo del consumo. Inoltre si sono impegnate ad un’ulteriore riduzione del contenuto di zucchero e, quindi, di apporto di calorie del 20% rispetto al 2008 e dell’aumento del 30% di distribuzione di bevante “zero calorie”.

Il secondo protocollo riguarda la pubblicità. “La pubblicità dei prodotti alimentari rivolta ai bambini deve essere veritiera e onesta”, ammonisce il documento e indica che, oltre alle regole dettate dal Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, “deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurli in errore, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche, specie per quanto riguarda le caratteristiche nutrizionali e gli effetti del prodotto, il prezzo, la gratuità, le condizioni di vendita, la diffusione, l’identità delle persone rappresentate, i premi o riconoscimenti. Non deve indurre a ritenere che il mancato possesso del prodotto oggetto della comunicazione commerciale significhi inferiorità, oppure mancato assolvimento dei loro compiti da parte dei genitori. Non deve indurre a sminuire il ruolo dei genitori e di altri educatori nel fornire valide indicazioni dietetiche. Non deve indurre ad adottare l’‟abitudine a comportamenti alimentari non equilibrati, o trascurare l‟esigenza di seguire uno stile di vita sano”.
Firmatari dei protocolli sono : Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane (Aidepi), Associazione Italiana tra gli Industriali delle Bevande Analcooliche (Assobibe) Associazione Italiana Distribuzione Automatica (Confida), Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari (Aiipa Gruppo Succhi e nettari – Gruppo Chips & Snacks), Associazione Italiana Lattiero Casearia (Assolatte), Federazione Italiana dell’Industria Alimentare (Federalimentare), Federazione Italiana delle Industrie delle Acque Minerali Naturali, delle Acque di Sorgente e delle Bevande Analcooliche (Mineracqua) e dall’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (Iap).

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Ingrid Veneroso


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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