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Aumento delle immatricolazioni, problemi della ricerca scientifica, finanziamenti europei e prospettive derivanti dalle prossime leggi governative, oltre alle già citate criticità degli ultimi anni, sono stati i temi principali affrontati ieri dal rettore Pasquale Nappi al Teatro “Abbado” durante l’annuale cerimonia di inaugurazione dell’Anno accademico., 624° di attività. Nappi ha annunciato con orgoglio il significativo aumento degli immatricolati di Unife (+13% rispetto al 2013-14), un dato in assoluta controtendenza rispetto alla media nazionale e di grande importanza per il mantenimento dell’eccellente numero di iscritti all’Università di Ferrara, forte delle sue 17.500 presenze (delle quali la metà fuori sede).
Molti docenti dell’Università e i direttori dei dodici dipartimenti hanno fatto da cornice sul suggestivo palcoscenico alla tradizionale relazione del rettore, giunto al suo quinto ed ultimo anno di mandato. Anni caratterizzati da non pochi eventi e fatti significativi e spesso difficili (terremoto e riforma Gelmini su tutti) che sono serviti da spunto per il suo discorso.

I numeri sciorinati sul palco del Comunale confermano l’importanza del conseguimento di una laurea per l’ingresso nel mondo del lavoro e sottolineano la centralità delle attività accademiche, soprattutto quelle che concernano la ricerca, quest’ultima dalla grande tradizione in Italia ma anno per anno, come risaputo, sempre più colpita da continui tagli. Nappi assicura che nonostante le difficoltà a cui ancora si dovrà andare incontro nel prossimo futuro, Unife potrà contare su bandi e finanziamenti che sbloccheranno diversi fondi per nuove apparecchiature e borse di studio, menzionando in questo versante gli ottimi risultati raggiunti dal Tecnopolo.

Triste il dato sui finanziamenti pubblici all’Università per il nostro Paese che ci confina tra gli ultimi posti in europa, obbligandoci a trovare urgentemente soluzioni e nuove strategie per non perdere la competitività con il resto del mondo. Su questo versante, tuttavia, il Rettore non ha nascosto la sua speranza di intravedere uno spiraglio di miglioramento con le prossime mosse attuate dal Governo: un monito, quello di Nappi, che nonostante la consapevolezza della difficile fase che tutto il mondo sta attraversando si possa cominciare, senza più tagli o modifiche in corsa, ad attuare piani d’azione verso il mondo delle Università volti a far ripartire l’intera macchina. In quest’ottica, viene ben accolto il patto di stabilità promosso dal governo attraverso il quale si spera di poter tornare ad assumere più personale docente a tempo indeterminato, invertendo una rotta che prosegue da anni (rispetto al -15% di tagli al corpo docenti a livello nazionale, Unife può “vantare” un -7,5%) e che potrebbe tornare a far crescere, anche qualitativamente e con un adeguato ricambio generazionale, l’intero settore. A conclusione del suo intervento, il rettore menziona i grandi progetti di Unife per il prossimo futuro, tra i quali il concorso di progettazione per la nuova Scuola di medicina a Cona, il parcheggio a copertura fotovoltaica del S. Anna e la rivalutazione degli edifici storici di via Savonarola, pensati come spazi molto più aperti e accessibili, oltre alla recente scoperta di tracce decorative quattrocentesca rinvenute nella Chiesa di Santa Agnesina.

A confermare l’interesse del governo nel risollevare l’Università è stato l’”ospite” Dario Franceschini, ministro dei Beni e della attività culturali e del turismo, dettosi orgoglioso di “tornare nella mia città ma anche e soprattutto nella mia Università”. Il ministro ferrarese ha specificato che i dati illustrati rispecchiano la dura realtà ma che, nonostante tutto, è iniziata una (anche seppur lenta) inversione di tendenza. “Per troppo tempo”, afferma Franceschini, “si è pensato a come imitare i campus universitari, soprattutto quegli statunitensi, dimenticandoci che nel nostro Paese abbiamo vere e proprie città-campus e Ferrara ne è un grande esempio”, base dalla quale partire per rimettere l’università e la cultura al centro delle priorità, anche del governo. È tempo quindi di rivalutare il patrimonio culturale italiano anche mediante l’Università, considerando quindi quest’ultima e la cultura stessa come investimento non solo politico-istituzionale anche per preservare i tanti talenti che, altrimenti, continueranno a scappare dall’Italia. Franceschini ha concluso sottolineando come il nostro paese sia amato in tutto il mondo mentre noi lo amiamo sempre meno, una contraddizione che ci deve far aprire gli occhi per riuscire a “vedere l’Italia nello stesso magnifico modo con il quale la vedono i milioni di turisti che vengono a farci visita”.

È stato poi il turno del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, interessato a sottolineare fortemente il grandissimo legame tra Unife e la città come valore aggiunto in tutti i sensi, dato importante considerato anche che non tutte le città sono universitarie, ma non ancora sufficiente: per il sindaco infatti una città-universitaria è tale solamente se l’interesse dell’una con l’altra è reciproco, “la città deve sentirsi università e l’università parte di un’identità cittadina, non in competizione”. E proprio sulla questione della competizione si è soffermato Tagliani, auspicando un mondo universitario sempre più improntato sulle alleanze e sulle collaborazioni piuttosto che sulle competizioni, soprattutto a livello regionale, che da sempre contraddistinguono il mondo accademico.

In conclusione dell’evento, il professore associato di Storia dell’Arte moderna Francesca Cappelletti ha tenuto la prolusione sul tema “Le ragioni della storia dell’arte. Ricerca universitaria, patrimonio culturale e territorio”, un ulteriore modo per sottolineare l’importanza della cultura nel nostro paese, spiegando dettagliatamente il ruolo fondamentale dell’arte negli ultimi secoli come ulteriore supporto alla ricerca scientifica e la valenza futura di questa disciplina sempre più incentrata sul legame saldo con territorio e società.
Importante infine la consegna del titolo di professore emerito a Arrigo Manfredini, ordinario di Istituzioni di Diritto romano e Diritto romano dell’Università di Ferrara, docente molto amato da molte generazioni di studenti (lo stesso Rettore afferma di aver sostenuto con lui l’esame al primo anno) e dal grande impegno scientifico ed istituzionale.

Tirando le somme, il 624° anno di attività per l’Università sarà sicuramente ancora soggetto a molte difficoltà, ma l’interesse e gli impegni presi dai relatori dell’evento lascia qualche lume di speranza per l’inizio di una nuova fase, più rosea, innovativa ed improntata sul futuro. Una cosa è certa: Unife è linfa vitale per Ferrara, un’isola felice per tanti studenti che hanno trovato in questa sede un punto di forza per formarsi e mettere le radici per la propria carriera. Gli ottimi risultati degli studenti che da sempre caratterizzano il prestigio di Unife devono essere supportati da provvedimenti che davvero puntino al miglioramento dell’instabile situazione odierna. Solo così potremo vantarci, davvero, di vivere in una città (per dirla con Tagliani) che realmente vive per l’Università, e viceversa.

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Andrea Vincenzi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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