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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

L’inaugurazione il 5 aprile alle ore 18.

Il ‘Grande Pannello Bauer’ di Filippo de Pisis arriva per la prima volta a Ferrara e sarà esposto, con inaugurazione martedì 5 aprile alle ore 18, a Palazzo Turchi di Bagno, (c.so Ercole I D’este, 32), nell’ambito della Mostra “Strappati dalla terra e ridonati al sole. Le ceramiche graffite e le pagine di erbario del giovane Filippo de Pisis”.
L’esposizione è organizzata dal Sistema Museale di Ateneo di Ferrara (SMA) e curata da Ursula Thun Hohenstein, Presidentessa dello SMA, Lucia Bonazzi e Paola Roncarati e riunisce, a distanza di un secolo, le ceramiche antiche e le pagine di erbario collezionate da Luigi Filippo Tibertelli de Pisis (1896- 1956) nella sua casa di via Montebello, in cui diede vita, un secolo fa, alle cosiddette camere “melodrammatiche” e “metafisiche”.
Fino al 19 Aprile sarà quindi possibile ammirare, esposto per la prima volta al pubblico dopo essere rimasto a lungo in uno studio privato e collocato da pochi anni nella sala di un prestigioso Hotel, il Grande Pannello Bauer, commissionato all’artista nel 1949 dal proprietario dell’Hotel Bauer di Venezia.
“Il dipinto ad olio su tavola (cm 198 x 142), firmato e datato 1950 – ci spiega Ursula Thun – è l’unica di tre opere previste ad essere stata realizzata. Le altre due, infatti sono rimaste solo abbozzate a causa dei problemi di salute del pittore. Il quadro rappresenta una natura morta estremamente pertinente al tema dell’esposizione, poiché condensa tutto l’universo collezionistico di de Pisis (farfalle, erbario, ceramica …), ed esprime la sensibilità peculiare dell’artista, nutrita di memoria, bellezza e fragilità. Esso presenta un esplicito omaggio all’amico De Chirico, autore del quadro nel quadro che appare in secondo piano: ‘Le Muse inquietanti’, con il Castello Estense sullo sfondo”.
Il Grande Pannello Bauer, per gentile concessione dell’attuale proprietaria, sarà visitabile dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 18.30, il venerdì dalle 10 alle 17, il sabato dalle 10 alle 18 e la domenica dalle 10 alle 18.30, nella sala mostre del Sistema Museale di Ateneo, grazie anche al supporto dell’Hotel Bauer di Venezia, del Laboratorio Teknehub del Tecnopolo di Ferrara, della Assicurazioni Fondiaria SAI – Agenzia di Ferrara e alla generosità di alcuni privati: Francesca Bortolotto Possati, Francesco Cocozza, Angelo Bargellesi Severi e Marco Tartaglia.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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