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Nubifragi, raffiche di vento, bombe d’acqua, temporali e chicchi di grandine grossi come noci hanno colpito a macchia di leopardo nelle campagne italiane che si trovano in pieno risveglio primaverile con verdure nei campi e alberi in fioritura o con i piccoli frutti. E’ quanto emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti nel segnalare che il maltempo di Pasqua e pasquetta non ha solo rovinato i pic-nic degli italiani, ma ha provocato anche danni alle campagne in una stagione schizofrenica dopo una lunga assenza di pioggia e allarme siccità in molti territori, come nel ferrarese, dove gli agricoltori hanno dovuto iniziare l’irrigazione delle colture con settimane di anticipo e dove si guarda con preoccupazione al livello del Po, ai minimi come nei mesi estivi.
I danni più pesanti delle precipitazioni della sera di Pasqua, si registrano in Emila Romagna dove chicchi di grandine si sono abbattuti su ortaggi, cereali e frutteti in piena fioritura con la conseguente perdita di buona parte della produzione della frutta estiva, in particolare nel bolognese, ai confini con Ferrara (da Pieve di Cento a San Giovanni in Persiceto, a Budrio, sino a San Lazzaro ed altre località); nel ferrarese le prime segnalazioni sono relative al centese, ma anche a Dosso di S. Agostino, Voghiera, Gambulaga, Runco, Quartiere, sino ad arrivare a Tresigallo, Formignana, Berra, e poi nell’area del litorale comacchiese e nel mesolano con forti piogge e venti impetuosi.
Nell’attuale fase stagionale – sottolinea la Coldiretti – la grandine è l’evento più temuto dagli imprenditori agricoli per la possibile perdita dell’intero raccolto e per i danni indotti sia sulle colture danneggiate, sia alle piante da frutto, stressate dall’evento, che possono reagire con comportamenti anomali.
Questi eventi sembrano una volta di più confermare i cambiamenti climatici in atto che si manifestano proprio – continua la Coldiretti – con la piu’ elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. A marzo in Italia la temperatura è stata di ben 2,5 gradi superiore alla media del periodo di riferimento mentre le precipitazioni sono praticamente dimezzate (-54%) ma la pioggia, che è importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità, per essere utile – conclude la Coldiretti – deve cadere in modo costante e leggero mentre i forti temporali, soprattutto se accompagnati da grandine, aggravano i danni.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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