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da: Gruppo MoVimento 5 Stelle di Comacchio

Nonostante il rilievo della Corte dei Conti che riguarda in particolare l’impossibilità, stante la normativa attuale, di utilizzare gli 1,8 miliardi di euro di defiscalizzazioni previste nel Piano Finanziario per la realizzazione della Orte-Mestre, il governo Renzi ha deciso di proseguire per la propria strada inserendo la stessa all’interno dello Sblocca Italia.
Abbiamo voluto analizzare dettagliatamente il progetto e ci siamo presi mesi per farlo in considerazione del fatto che Comacchio è un territorio turistico del tutto isolato dal punto di vista infrastrutturale, senza un collegamento ferroviario e con arterie stradali ed autostradali carenti e poco mantenute.
Condividiamo la presa posizione di altre Amministrazioni Comunali e dei vari comitati, in quanto il tracciato che interesserà tutto il territorio del Parco del delta del Po, da Argenta a Comacchio, fino al mesolano, se realizzato, provocherà gravi danni ambientali a importantissime zone di interesse paesistico, archeologico, naturalistico e ambientale, tutelate da norme nazionali, internazionali e comunitarie quali il Delta del Po, le Valli di Comacchio e Mezzano, senza dimenticare le propaggini meridionali della Laguna di Venezia, la Riviera del Brenta, il Parco delle Foresti Casentinesi e le valli dell’Appennino centrale.
La realizzazione della Orte-Mestre stravolgerebbe completamente il territorio rivierasco, ma anche molte altre zone di pregio sparse per mezza Italia; i numeri sono eloquenti: 5 Regioni, 11 province e 48 comuni attraversati; 396 km di lunghezza, 139 km di ponti e viadotti, 64 km di gallerie, 20 cavalcavia, 226 sottovia, 83 svincoli.
Chiediamo altresì che i 9,6 miliardi di euro (costo totale preventivato dell’opera) siano spesi per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e per potenziare il trasporto ferroviario e fluvio-marittimo in tutto il territorio nazionale, ed in particolar modo il collegamento Ravenna-Comacchio-Venezia.
Come movimento 5 stelle di Comacchio condividiamo in pieno il programma di iniziative e manifestazioni per il 19/22 settembre p.v. .
Alla luce di ciò anche questa Amministrazione ha deciso di portare un ordine del giorno nel prossimo consiglio comunale una delibera che dica no alla “Romea Commerciale” e che speriamo possa essere condivisa da tutti i gruppi consigliari ma anche dalle restanti Amministrazioni della Provincia di Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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