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Il Cinema Boldini è l’unica sala d’essai di Ferrara, ci sono passate intere generazioni di cinefili, attori e registi. Chi non ci ha visto un film che gli è rimasto dentro per sempre? Chi non ha formato attraverso le sue proiezioni la propria cultura (e qualcuno magari anche un lavoro nel cinema)? Chi non si è innamorato su quelle poltroncine?

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Il Boldini, per gli amici Boldo, è di proprietà del Comune e la programmazione serale viene gestita dal circolo Louise Brooks dell’Arci. Per lungo tempo il responsabile è stato Roberto Roversi, ora presidente nazionale di Ucca, Unione dei circoli cinematografici Arci. Adesso la referente è Alice Bolognesi, laureata al Dams, ex servizio-civilista poi entrata in forze all’associazione ferrarese. E’ lei che si occupa della programmazione del cinema, e noi l’abbiamo intervistata per capire come funziona.

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Chi sceglie i film che vengono proiettati al Boldini?
“I film hanno una distribuzione nazionale che viene filtrata e di conseguenza gestita dalle agenzie regionali che hanno in esclusiva una serie di titoli da programmare nelle sale cinematografiche”.

Quali sono i criteri?
“Sicuramente incide il profilo della sala cinematografica. In una sala d’essai come il Boldini passano in prevalenza titoli premiati a festival internazionali e film d’essai”.

Cosa viene deciso dalle agenzie di distribuzione e cosa rimane all’autonomia del cinema?
“Il cinema ha pochissima autonomia, la vita di un film in sala dipende molto dalle presenze della prima settimana di uscita, però l’ultima parola è delle agenzie di distribuzione regionale. Abbiamo invece piena autonomia sulle rassegne anche se dobbiamo ovviamente fare i conti con le uscite e le richieste delle distribuzioni”.

Oltre alla programmazione, Arci ha anche lavorato per adeguare la sala all’evoluzione tecnologica. Un passaggio necessario, ma non indolore che ha comportato la sostituzione di schermo e proiettore.
“Lo schermo andava cambiato, quello vecchio credo avesse qualcosa come vent’anni.
Il nuovo proiettore digitale ha un fascio di luce molto più potente rispetto al 35 millimetri. Se avessimo mantenuto il vecchio schermo la qualità delle proiezioni sarebbe stata pessima.
Il digitale ha pro e contro. Sicuramente è semplice gestire più titoli anche per una sala sola come la nostra, possiamo proiettare più contenuti e in diversi formati.
Con il digitale abbiamo la possibilità di proiettare film in lingua originale. Con le pellicole era praticamente impossibile, venivano infatti stampate pochissime copie con dei costi di noleggio altissimi.
Altro aspetto interessante è la trasmissione satellitare: questa tecnologia ci consente di trasmettere contenuti in live streaming.
Lo svantaggio maggiore del digitale riguarda invece la parte tecnica: se il proiettore digitale ha dei problemi il rischio di annullare la proiezione è dietro l’angolo, con il 35 millimetri questo era praticamente impossibile. Se si rompeva la pellicola o si bruciava una lampada si riusciva comunque a proiettare, a risolvere dalla cabina.
Con il proiettore digitale invece si rischia proprio di mandare a casa gli spettatori.
Ulteriore nota negativa è l’usura e l’avanzamento di nuove tecnologie (che non è una cosa negativa in generale, anzi!): i primi proiettori digitali sono già considerati obsoleti e poco performanti rispetto a quelli nuovi. Con il digitale si vive un po’ nel “terrore” di dover cambiare dei componenti della macchina. Con dei costi non indifferenti”.

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Il Boldini ha sempre cercato di associare le proiezioni alla presenza degli autori, l’ultima in ordine di tempo è stata “Qui” di Daniele Gaglianone, dove il regista era in sala per parlare del movimento No Tav. Ultimamente si sta anche sperimentando la formula dell’evento associato al film, come per esempio lo spettacolo di danza di Elisa Mucchi che qualche sera fa ha anticipato il documentario “Dancing with Maria” di Ivan Gergolet. [clicca qui per leggere il nostro articolo]

Quali saranno i prossimi eventi?
“Per il mese di aprile abbiamo in programma la rassegna del Festival dei Diritti, due serate di Doc in Tour e due sorprese italiane: il documentario ‘Smokings’ il 14 aprile e il film ‘The repairman’ il 21 aprile.
Per il mese di maggio stiamo organizzando una rassegna in collaborazione con Arcigay dove non mancheranno prime visioni e incontri con autori.
Finita la programmazione primaverile, durante l’estate, il Boldini sospende la programmazione e si trasferisce all’aperto proponendo il meglio della stagione precedente. La location non è fissa. All’inizio è stata il parcheggio dell’Ipercoop le Mura, poi il Parco Pareschi, infine il giardino di Palazzo dei Diamanti”.

Qual è al momento la situazione dell’arena estiva?
“Ci stiamo lavorando, sicuramente cambieremo location.
Dal 2012 infatti eravamo ospiti di Palazzo dei Diamanti ma quest’anno con il prolungamento della mostra fino al mese di luglio non sarà possibile utilizzare il cortile adiacente per l’allestimento del cinema all’aperto.
Stiamo valutando diverse situazioni per offrire uno spazio alternativo e una proposta culturale valida per il pubblico che resterà in città nel periodo estivo”.

(foto di Stefania Andreotti)

Il programma del cinema è visibile qui [clicca].

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Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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