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da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Anche il Palio di Ferrara è fra le 76 manifestazioni – Giostre, Quintane e Palii – inserite nell’Almanacco Giostresco Quintanaro Paliesco 2014. Il volume è curato dall’aretino Roberto Parnetti, ideatore del progetto nazionale “Si dia inizio al torneamento” e che gode del patrocinio della F.I.G.S. (Federazione Italiana Giochi Storici), della F.I.S.E. (Federazione Italiana Sport Equestri) e del Comune di Abbiategrasso.

Il libro sarà presentato sabato 22 febbraio alle ore 15,30 nella sala consiliare del Castello Visconteo di Abbiategrasso : da Arezzo a Legnano, da Ascoli Piceno ad Oristano passando per Asti, Piazza Armerina, Foligno, Narni, San Secondo Parmense fino a Ferrara, in un vero e proprio “tour dei tornei cavallereschi” che ogni anno animano le piazze e le città del nostro paese.

L’Almanacco 2014, che vede la copertina realizzata in esclusiva dal M° Alessandro Marrone di Arezzo, si apre con i saluti dell’On. Paolo Fadda (Sottosegretario del Ministero della Salute), di Carlo Capotosti (Presidente della F.I.G.S.) e dell’On. Ermete Realacci (primo firmatario di una proposta di legge per la promozione e sostegno delle rievocazioni e giochi storici).
Segue una prima parte dedicata al riepilogo della stagione 2013 con 64 manifestazioni segnalate di cui 12 definitive come “non storiche”, tra cui il campionato toscano dell’Area Eventi Storici di Tradizione della FISE, il campionato di Monta da Lavoro Storica della Fitetrec-ante ed il campionato di Giostre Medievali.
Nella seconda parte il lavoro presenta le schede e notizie dettagliate arricchite da oltre 150 fotografie a colori inclusa una sezione dedicata ai tornei cavallereschi dei Cavalieri di Arezzo e della Compagnia dell’Aquila Bianca che organizza anche il Campionato Giostra in Armatura Fitetrec-ante.
La terza parte è infine dedicata al calendario 2014 e vede 60 manifestazioni segnalate.
Una guida esaustiva e dettagliata delle manifestazioni rievocative nel nostro territorio nazionale, fra le quali il Palio di Ferrara ha un posto speciale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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