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da: Roby Guerra*

L’aveva promesso e lo sta facendo: Matteo Renzi ha innestato l’alta velocità e nonostante tutte le mine del vecchio partito, va avanti. Obiettivi probabili o meno, altra questione, visto certo andazzo, ai limiti della psicopolitica della sinistra. Dalla sindrome di Berlusconi che ha frenato, anzi contaminato la sinistra per un ventennio (invece incapace di captare la cibernetica sociale primitiva del Cavaliere liberale ma ERA UNA NEWS per l’Italia ideologica e cattoluddista) ora, pur al governo con un vero e giovane Premier dinamico e coraggioso, alla sindrome a ripetere: la sindrome antineroniana dei senatori prima e degli articoli! Renzi invece è futurista, ma non solo lui, e gli articoli punta a abolirne parecchi, non solo quello simbolo della lotta di classe dei nostalgici di Mosca gira e rigira, anche quelli di certo codice civile e penale ancora scritti in carattere romani o persino cirillici, per intenderci… Parliamoci chiaro, il PD è al governo, ma il vero nemico per Renzi ancora + il Partito che ha avuto il torto di non revisionare fin dalla griiffa: doveva cambiare subito la sigla, il simbolo in Italia più efficace della ragione che in politica serve – ormai dovrebbbe essere chiaro – solo alle Intellighenzie frustrate e alla dialettica , direbbe Marx, reificata, per non cambiare alla fine mai nulla. La democrazia e la storia si muovono con il cuore non con la Burocrazia sovrainflazionata in tutto il dizionario obsoleto radical chic ben noto anche a Ferrara (Altra questione il pararenzismo locale, ma si sa qua sempre isola metafisica, da Balbo a Soffritti a Tagliani)… E i nuovi italiani pur disperati quasi, captano il cuore pulsante del post PD e post cattocomunismo- per chi vuole vedere senza prosciutti nelle sinapsi attardate- sono per la velocità postmoderna renziana, che piaccia o meno, è fondamentale, il mondo gira sempre piu veloce di ogni dietrologia intellettualistica mero simulacro sempre per non cambiare mai un cazzo. E Renzi qualcosa l’ha già cambiato nettamente: per la prima volta nella storia del progressisimo italiano, reciso certo cordone ombelicale comunista neppure tagliato da Berlinguer e Lama, che pure ci provarono: il mito della superiorità della sinistra, il disprezzo della legittima alternativa democratica delle destra, non solo politica, anche culturale, discorsi che a Ferrara e non solo naturalmente mandano in fibrillazione il sistema circolatorio venoso e invelenito di certa casta culturale rosso stinta.
Per una svolta a destra? No, al contrario per un nuovo progressismo 2.0 in Italia, del XXI secolo, dialettico con un nuovo conservatorismo 2.0 che , fallita la rivoluzione liberale di Berlusconi (e qua il vero baco del Cavaliere chiaro fin nel 2000 per vari motivi ma politici!), appare, rispetto alla nuova direzione renziana, fortemente in ritardo.
E nonostante tutto, il PD vecchia guardia (o l’ex estrema sinistra in coma) è contro Matteo Renzi al governo con il PD! Ma che succederà quando, dopo il totem tabù articolo… la rottamazione colpirà sul serio, oltre il 50% della Pubblica Amministrazione, l’ultimo bunker della vecchia sinistra radical trash gerontocratica chic e i suoi lavoratori (?) pro casta, partito, sindacati, istituti culturali, certi media?
Finalmente, la Politica non sarà più il Senso della Vita per troppi dinosauri, ma semplicemente, se Renzi andrà fino in fondo, una Macchina su basi conoscitive e tecnoscientifiche (questo il senso profondo della rivoluzione elettronica informatica del Duemila, non nuovi gadget e telescriventi….) per fare Politica 2.0. ovvero cibernetica (l’arte del pilotare la nave e di governare) sociale evoluta per sopravvivere alla crisi epocale : Regno della Necessità.., per fare la Nuova Italia di un’era diversamente globale. Per sopra-vivere, magari, Regno della Libertà, e per le nuove generazioni, figlie, piaccia o meno, del web, non più della pur gloriosa Resistenza (ma siamo figli anche del Risorgimento e … del primo Homo Sapiens Sapiens di 20000 circa anni fa…). Nuovi Italiani che scommettono su Matteo Renzi, i dinosauri si ritirino a contemplare le stelle, il futuro appartiene a chi invece osa sfidarle ancora!

L’aveva promesso e lo sta facendo: Matteo Renzi ha innestato l’alta velocità e nonostante tutte le mine del vecchio partito, va avanti. Obiettivi probabili o meno, altra questione, visto certo andazzo, ai limiti della psicopolitica della sinistra. Dalla sindrome di Berlusconi che ha frenato, anzi contaminato la sinistra per un ventennio (invece incapace di captare la cibernetica sociale primitiva del Cavaliere liberale ma ERA UNA NEWS per l’Italia ideologica e cattoluddista) ora, pur al governo con un vero e giovane Premier dinamico e coraggioso, alla sindrome a ripetere: la sindrome antineroniana dei senatori prima e degli articoli! Renzi invece è futurista, ma non solo lui, e gli articoli punta a abolirne parecchi, non solo quello simbolo della lotta di classe dei nostalgici di Mosca gira e rigira, anche quelli di certo codice civile e penale ancora scritti in carattere romani o persino cirillici, per intenderci… Parliamoci chiaro, il PD è al governo, ma il vero nemico per Renzi ancora + il Partito che ha avuto il torto di non revisionare fin dalla griiffa: doveva cambiare subito la sigla, il simbolo in Italia più efficace della ragione che in politica serve – ormai dovrebbbe essere chiaro – solo alle Intellighenzie frustrate e alla dialettica , direbbe Marx, reificata, per non cambiare alla fine mai nulla. La democrazia e la storia si muovono con il cuore non con la Burocrazia sovrainflazionata in tutto il dizionario obsoleto radical chic ben noto anche a Ferrara (Altra questione il pararenzismo locale, ma si sa qua sempre isola metafisica, da Balbo a Soffritti a Tagliani)… E i nuovi italiani pur disperati quasi, captano il cuore pulsante del post PD e post cattocomunismo- per chi vuole vedere senza prosciutti nelle sinapsi attardate- sono per la velocità postmoderna renziana, che piaccia o meno, è fondamentale, il mondo gira sempre piu veloce di ogni dietrologia intellettualistica mero simulacro sempre per non cambiare mai un cazzo. E Renzi qualcosa l’ha già cambiato nettamente: per la prima volta nella storia del progressisimo italiano, reciso certo cordone ombelicale comunista neppure tagliato da Berlinguer e Lama, che pure ci provarono: il mito della superiorità della sinistra, il disprezzo della legittima alternativa democratica delle destra, non solo politica, anche culturale, discorsi che a Ferrara e non solo naturalmente mandano in fibrillazione il sistema circolatorio venoso e invelenito di certa casta culturale rosso stinta.
Per una svolta a destra? No, al contrario per un nuovo progressismo 2.0 in Italia, del XXI secolo, dialettico con un nuovo conservatorismo 2.0 che , fallita la rivoluzione liberale di Berlusconi (e qua il vero baco del Cavaliere chiaro fin nel 2000 per vari motivi ma politici!), appare, rispetto alla nuova direzione renziana, fortemente in ritardo.
E nonostante tutto, il PD vecchia guardia (o l’ex estrema sinistra in coma) è contro Matteo Renzi al governo con il PD! Ma che succederà quando, dopo il totem tabù articolo… la rottamazione colpirà sul serio, oltre il 50% della Pubblica Amministrazione, l’ultimo bunker della vecchia sinistra radical trash gerontocratica chic e i suoi lavoratori (?) pro casta, partito, sindacati, istituti culturali, certi media?
Finalmente, la Politica non sarà più il Senso della Vita per troppi dinosauri, ma semplicemente, se Renzi andrà fino in fondo, una Macchina su basi conoscitive e tecnoscientifiche (questo il senso profondo della rivoluzione elettronica informatica del Duemila, non nuovi gadget e telescriventi….) per fare Politica 2.0. ovvero cibernetica (l’arte del pilotare la nave e di governare) sociale evoluta per sopravvivere alla crisi epocale : Regno della Necessità.., per fare la Nuova Italia di un’era diversamente globale. Per sopra-vivere, magari, Regno della Libertà, e per le nuove generazioni, figlie, piaccia o meno, del web, non più della pur gloriosa Resistenza (ma siamo figli anche del Risorgimento e … del primo Homo Sapiens Sapiens di 20000 circa anni fa…). Nuovi Italiani che scommettono su Matteo Renzi, i dinosauri si ritirino a contemplare le stelle, il futuro appartiene a chi invece osa sfidarle ancora!

L’aveva promesso e lo sta facendo: Matteo Renzi ha innestato l’alta velocità e nonostante tutte le mine del vecchio partito, va avanti. Obiettivi probabili o meno, altra questione, visto certo andazzo, ai limiti della psicopolitica della sinistra. Dalla sindrome di Berlusconi che ha frenato, anzi contaminato la sinistra per un ventennio (invece incapace di captare la cibernetica sociale primitiva del Cavaliere liberale ma ERA UNA NEWS per l’Italia ideologica e cattoluddista) ora, pur al governo con un vero e giovane Premier dinamico e coraggioso, alla sindrome a ripetere: la sindrome antineroniana dei senatori prima e degli articoli! Renzi invece è futurista, ma non solo lui, e gli articoli punta a abolirne parecchi, non solo quello simbolo della lotta di classe dei nostalgici di Mosca gira e rigira, anche quelli di certo codice civile e penale ancora scritti in carattere romani o persino cirillici, per intenderci… Parliamoci chiaro, il PD è al governo, ma il vero nemico per Renzi ancora + il Partito che ha avuto il torto di non revisionare fin dalla griiffa: doveva cambiare subito la sigla, il simbolo in Italia più efficace della ragione che in politica serve – ormai dovrebbbe essere chiaro – solo alle Intellighenzie frustrate e alla dialettica , direbbe Marx, reificata, per non cambiare alla fine mai nulla. La democrazia e la storia si muovono con il cuore non con la Burocrazia sovrainflazionata in tutto il dizionario obsoleto radical chic ben noto anche a Ferrara (Altra questione il pararenzismo locale, ma si sa qua sempre isola metafisica, da Balbo a Soffritti a Tagliani)… E i nuovi italiani pur disperati quasi, captano il cuore pulsante del post PD e post cattocomunismo- per chi vuole vedere senza prosciutti nelle sinapsi attardate- sono per la velocità postmoderna renziana, che piaccia o meno, è fondamentale, il mondo gira sempre piu veloce di ogni dietrologia intellettualistica mero simulacro sempre per non cambiare mai un cazzo. E Renzi qualcosa l’ha già cambiato nettamente: per la prima volta nella storia del progressisimo italiano, reciso certo cordone ombelicale comunista neppure tagliato da Berlinguer e Lama, che pure ci provarono: il mito della superiorità della sinistra, il disprezzo della legittima alternativa democratica delle destra, non solo politica, anche culturale, discorsi che a Ferrara e non solo naturalmente mandano in fibrillazione il sistema circolatorio venoso e invelenito di certa casta culturale rosso stinta.
Per una svolta a destra? No, al contrario per un nuovo progressismo 2.0 in Italia, del XXI secolo, dialettico con un nuovo conservatorismo 2.0 che , fallita la rivoluzione liberale di Berlusconi (e qua il vero baco del Cavaliere chiaro fin nel 2000 per vari motivi ma politici!), appare, rispetto alla nuova direzione renziana, fortemente in ritardo.
E nonostante tutto, il PD vecchia guardia (o l’ex estrema sinistra in coma) è contro Matteo Renzi al governo con il PD! Ma che succederà quando, dopo il totem tabù articolo… la rottamazione colpirà sul serio, oltre il 50% della Pubblica Amministrazione, l’ultimo bunker della vecchia sinistra radical trash gerontocratica chic e i suoi lavoratori (?) pro casta, partito, sindacati, istituti culturali, certi media?
Finalmente, la Politica non sarà più il Senso della Vita per troppi dinosauri, ma semplicemente, se Renzi andrà fino in fondo, una Macchina su basi conoscitive e tecnoscientifiche (questo il senso profondo della rivoluzione elettronica informatica del Duemila, non nuovi gadget e telescriventi….) per fare Politica 2.0. ovvero cibernetica (l’arte del pilotare la nave e di governare) sociale evoluta per sopravvivere alla crisi epocale : Regno della Necessità.., per fare la Nuova Italia di un’era diversamente globale. Per sopra-vivere, magari, Regno della Libertà, e per le nuove generazioni, figlie, piaccia o meno, del web, non più della pur gloriosa Resistenza (ma siamo figli anche del Risorgimento e … del primo Homo Sapiens Sapiens di 20000 circa anni fa…). Nuovi Italiani che scommettono su Matteo Renzi, i dinosauri si ritirino a contemplare le stelle, il futuro appartiene a chi invece osa sfidarle ancora!

*membro scuola romana di filosofia politica

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
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 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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