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I nostri piedi, dimenticati e spesso maltrattati, in realtà rappresentano uno straordinario esempio di ingegneria biologica, ma anche uno degli elementi distintivi della specie umana, alla pari del cervello.
Spesso sottovalutato, il piede ha un ruolo fondamentale nella postura e nella storia dell’evoluzione umana. Dall’appoggio del piede dipendono le strutture sovrastanti come caviglia, ginocchio, e anche tutta la colonna, fino alla base del cranio. La conquista della posizione eretta ha permesso, non solo il progressivo sviluppo del cervello, ma anche l’esigenza di comunicare con gli altri e quindi la conquista del linguaggio. Ciò è stato reso possibile proprio dalle sostanziali modifiche che ha subito il nostro arto inferiore nel corso dell’evoluzione.
Il piede, questo meraviglioso segmento corporeo, contiene numerosissimi recettori (terminazioni nervose) che rappresentano quasi un “sesto senso”. Questa si chiama “propriocettività”. Una qualità indispensabile per praticare lo sport ma anche per la vita giornaliera. Senza, l’uomo non sarebbe neanche in grado di compiere correttamente i movimenti più elementari, come camminare, parlare e afferrare un oggetto.
Se siamo in grado di avvertire una puntura di spillo, una carezza, il caldo e il freddo e di controllare molti movimenti, lo dobbiamo alla “sensibilità propriocettiva”, ossia a una rete nervosa separata da quella del tatto, del dolore e della temperatura, che raccoglie informazioni solo da tendini, muscoli ed articolazioni. Una quantità di dati che permettono di avvertire l’esatta posizione del corpo, lo stato di contrazione dei muscoli e ancora la velocità e la direzione di ogni spostamento degli arti e della testa. La propriocezione plantare (capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio), abbinata alla stimolazione visiva, aumenta di molto l’equilibrio e il benessere.
Il piede dell’uomo ha quale caratteristica distintiva la formazione di una volta plantare con tre punti specifici di appoggio, in corrispondenza del calcagno posteriormente e delle teste del 1° e 5° metatarso anteriormente. La parte mediale è incurvata verso l’alto (arco longitudinale mediale) ed assicura al nostro piede una fondamentale azione ammortizzatrice nell’impatto al suolo. Tale particolare conformazione è deputata a trasformare le spinte verticali provenienti dall’alto che si scaricano sul piede in spinte laterali, per meglio essere distribuite sulla pianta d’appoggio.
E’ straordinario come una massa relativamente ampia come quella dell’uomo riesca a mantenere l’equilibrio in posizione eretta, attraverso una superficie d’appoggio relativamente piccola come quella dei nostri piedi.
I nostri piedi, instancabili lavoratori, sostengono il peso del nostro corpo e le forze che si scaricano su di esso. Permettono il cammino e l’adattamento al terreno, una sorta di “ammortizzatore biologico”. Come un’elica, che si avvolge e si svolge per compiere la sua azione propulsiva statico-dinamica. In più, come si diceva, hanno anche una funzione recettoriale e sensitiva con migliaia di informazioni spaziali che arrivano al cervello, rappresentando uno dei principali “organi” coinvolti nel mantenimento della postura.
Attraverso la mia esperienza di osteopata, ho riscontrato che un dolore alla schiena, il bruxismo, il mal di testa, disturbi della digestione ecc. potrebbero dipendere proprio da un cattivo appoggio plantare.

Consigli pratici
Si possono effettuare semplici esercizi di flesso-estensione e prono-supinazione, da eseguire in maniera lenta e controllata, seduti a terra su un tappetino o su una sedia, per mantenere una buona mobilità delle strutture articolari e muscolari degli arti inferiori.
Nel caso in cui si avvertano dolori legati a qualche trauma, è comunque opportuno far valutare le articolazioni del piede dal vostro osteopata di fiducia, per evitare che atteggiamenti viziati del piede possano ripercuotersi su tutto il vostro corpo, anche a distanza di qualche mese.

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Nuccio Russo

È osteopata ed esperto in tecniche ergonomiche e posturali, studioso e ricercatore in anatomia craniale per lo studio delle cefalee. E’ nato e risiede in Sicilia, opera come consulente in diverse città fra le quali Ferrara, ed è conferenziere internazionale in Biofisica informazionale. Ama lo sport e la cucina macrobiotica.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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