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Da: Ufficio stampa Conserve Italia

Domani al via con l’intervista di Patrizio Roversi al dg di Conserve Italia Pier Paolo Rosetti
Nello stabilimento di Pomposa lavorate 250.000 tonnellate di pomodoro con 1200 occupati

Pomposa di Codigoro (Fe), 6 settembre 2018 – E’ una partnership storica che va avanti da oltre 10 anni quella tra Conserve Italia e la Fiera di Santa Croce di Codigoro (Fe), la manifestazione promossa dall’Amministrazione comunale codigorese al debutto domani, venerdì 7 settembre, con la 347ª edizione che durerà fino a martedì 11 settembre. Una stretta collaborazione che nasce dalla forte presenza di Conserve Italia nel territorio comunale con lo stabilimento di Pomposa, fiore all’occhiello del Gruppo cooperativo e tra i più grandi in tutta Europa per la lavorazione del pomodoro, dove per la campagna 2018, ormai giunta al termine, sono state lavorate oltre 250.000 tonnellate di prodotto con più di 1.200 persone impiegate, tra dipendenti fissi e stagionali.
“La Fiera di Santa Croce rappresenta per noi un appuntamento irrinunciabile al quale non vogliamo mai mancare, un’occasione importante per manifestare la nostra vicinanza alla comunità locale e la proficua collaborazione con l’Amministrazione comunale di Codigoro – sottolinea Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia -. Anche quest’anno saremo presenti con il celebre stand dedicato al pomodoro Valfrutta, il nostro marchio di riferimento in questo settore insieme a Cirio. Durante la durata della manifestazione, ai visitatori verranno offerte in omaggio confezioni di pomodoro Valfrutta e ricettari per proporre nuove e fantasiose soluzioni di utilizzo di un prodotto che ha fatto la storia di questo territorio”.
A testimoniare il ruolo di Conserve Italia all’interno della Fiera di Santa Croce c’è anche l’appuntamento di esordio della kermesse, in programma domani venerdì 7 settembre alle ore 17 nel palco di piazza Matteotti (in caso di maltempo nel vicino Teatro Arena), quando il noto giornalista e conduttore televisivo Patrizio Roversi intervisterà il direttore generale del Gruppo cooperativo Pier Paolo Rosetti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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