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Da: LR Comunicazione

Quello che sta succedendo in ambito sanitario a Comacchio e, in modo più esteso, nella zona del delta ferrarese, appare quantomeno surreale, anche se in buona parte trova una spiegazione nell’apertura della campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione.
È sbagliato, oltre che estremamente grave, liquidare come mera bufala giornalistica, l’ipotesi di arrivo di un certo numero di migranti all’interno del San Camillo. Alla luce dei fatti appare chiaro che altro non è stato se non un modo per il Sindaco di Comacchio di gettar fango sui partiti di opposizione – a esclusione del Pd che se ne è ben guardato dal prendere posizione su una vicenda così delicata – e su un gruppo di cittadini che da anni difendono strenuamente l’unico presidio sanitario sul territorio.
È bene ricordare che sul San Camillo gli amministratori locali e regionali hanno speso mille parole, spesso con giravolte degne di un autentico saltimbanco. Basti pensare all’inaugurazione in pompa magna da parte di Errani a seguito dei lavori di ristrutturazione nel 2010. Il sindaco Fabbri, nel 2013, invitava lo stesso Errani a intervenire per scongiurare la decisione di trasformare il nosocomio comacchiese in una scatola progressivamente svuotata dai servizi, malgrado i milioni di soldi pubblici investiti gli anni precedenti.
E mentre nell’ancora più nuovo Ospedale del Delta vengono drammaticamente tagliati i reparti di ostetricia e pediatria (conseguenza di ciò: i bambini e le donne in stato di gravidanza, residenti in zona, che necessitano di cure urgenti devono viaggiare fino a Ravenna o a Cona nda) l’ultima cosa che mi aspetto dalla classe politica responsabile delle scelte sanitarie regionali, è quella di attaccare la Consulta Popolare del San Camillo a fronte del paventato (ad arte) arrivo di profughi nella struttura.
La Consulta Popolare si batte da anni per mantenere in piedi una struttura fondamentale non solo per Comacchio ma per tutta la zona litoranea, tenendo conto del flusso di turisti presenti nel periodo estivo (sempre che la maggioranza politica in regione e provincia continui a credere nella valenza turistica dei nostri Lidi, perché i fatti dicono il contrario) e le esigenze di una zona decisamente vasta oltre che sempre più carente di servizi.
Nessuno avanza pretese assurde di mantenere in piedi un ospedale-fotocopia rispetto al Delta, la consulta chiede semplicemente di avere servizi essenziali e complementari rispetto a Valle Oppio, proprio in ragione dell’ubicazione strategica del San Camillo. Credo sia tutt’altro che irrazionale chiedere a Regione e Usl che a Comacchio possano trovare collocazione un servizio di guardia medica potenziata (anche e soprattutto nel periodo estivo), una chirurgia idonea a piccoli interventi, come tunnel carpali o cataratte, anche in ragione dell’età media sempre più elevata della popolazione, e un reparto di pediatria che vada a sostituirsi alle carenze di servizio del Delta, qualcosa di molto più strutturato rispetto agli ambulatori pediatrici, ipotizzati dall’Usl nel corso degli ultimi mesi, dato che appare quasi mistificatorio parlare in quel caso di ‘pediatria’.
Chiedo cosa è cambiato, nel giro di poco più di tre anni, da parte del sindaco Fabbri, che allora invocava la Regione e ora scarica su una consulta popolare le responsabilità di scelte fallimentari prese in tutt’altre sedi.
A ragione di tutto questo la sottoscritta e i rappresentanti di Forza Italia a Comacchio si schierano a difesa di un San Camillo funzionale e a garanzia della salute dei comacchiesi e degli utenti delle zone limitrofe, chiedendo urgentemente l’istituzione di un tavolo di confronto tra le parti sociali coinvolte.

Paola Peruffo
Forza Italia

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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