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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Forse non tutti sanno che Ferrara è terra particolarmente vocata al tartufo. A dirlo sono gli esperti del settore, che hanno giudicato la provincia estense fra le più vastamente e naturalmente portate alla coltura specialmente del bianco e del più pregiato bianchetto (o marzuolo).
Gli Estensi ne erano grandi estimatori, ma in seguito con lo sviluppo dell’agricoltura intensiva e, ancora dopo, con l’industrializzazione, buona parte dell’habitat naturale del famoso tubero è andato perso.
Per il rilancio e la valorizzazione di quest’autentica specialità, Provincia, Comuni di Copparo e di Mesola e Arci tartufo, si sono messi insieme è ne è nata un’iniziativa dal titolo: “Il tartufo estense tra ville e castelli”; quattro serate a tema per associare tartufo, il circuito storico e monumentale delle delizie estensi e l’esperienza e professionalità in fatto di ristorazione locale sulla specialità.
Si parte giovedì 3 marzo al Castello di Mesola con il ristorante La Romantica nella preparazione dei piatti. Mesola, tra l’altro, come ricordato dal sindaco Gianni Michele Padovani, è zona di coltivazione del tartufo e luogo dell’ormai tradizionale e omonima sagra che si svolge a novembre, in collaborazione con la locale Proloco.
Il secondo appuntamento è in calendario per giovedì 10 marzo nella Villa Mensa di Copparo, dove in cucina sarà al lavoro il ristorante La Supa.
L’ex villa dei vescovi sarà anche teatro della terza serata, giovedì 17 marzo, con il ristorante L’Abate Ghiotto ai fornelli.
Chiude il ciclo l’appuntamento di giovedì 24 marzo in Castello Estense a Ferrara, serata durante la quale il menù sarà a cura del ristorante Quel Fantastico Giovedì.
“L’idea positiva – hanno detto il sindaco di Copparo e vicepresidente della Provincia, Nicola Rossi, e il presidente della Provincia, Tiziano Tagliani – è di creare una rete locale, in grado di mettere a sistema il tartufo con il patrimonio storico e culturale del nostro territorio”.
Come ricordato dal presidente di Arci tartufo provinciale, Marco Mazzali, oltre alle condizioni naturali favorevoli alla coltivazione del tartufo, vanno colte anche le opportunità della legge regionale, con la possibilità di finanziare progetti ad hoc.
“È possibile – ha, infatti, puntualizzato – dedicare a bosco parte dei terreni agricoli mettendo a dimora piante già micorizzate per favorire la coltura del tartufo, aprendo in questo modo nuove opportunità d’investimento”.
Già ora nel Ferrarese si stima una produzione annua di tartufi pari a nove quintali, pressoché interamente destinati ai mercati nazionali più famosi. L’obiettivo è anche di richiamare l’attenzione su una nuova opportunità imprenditoriale, date le caratteristiche naturali di qualità del territorio ferrarese, unitamente al fatto che la coltivazione ha praticamente un impatto ambientale pari a zero, perché il tartufo si sviluppa in terreni più lontani possibile da contaminazioni chimiche o industriali.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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