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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Deciso sulla base delle previsioni meteo, sarà attivo fino al 31 agosto. Cosa rischia chi provoca un incendio.

Scatta venerdì 24 luglio in Emilia-Romagna lo stato di grave pericolosità per gli incendi di bosco. Lo ha stabilito l’Agenzia regionale di Protezione civile, che ha disposto l’attivazione della fase di preallarme su tutto il territorio regionale, d’intesa con il comando regionale del Corpo forestale dello Stato e la direzione regionale dei Vigili del Fuoco, sulla base delle previsioni meteo dell’Arpa.
Fino al 31 agosto – termine che può essere prorogato o revocato in accordo con Arpa – squadre del Corpo forestale dello Stato, dei Vigili del Fuoco e del volontariato di Protezione civile saranno impegnate in attività di avvistamento, prevenzione e spegnimento incendi, coordinate dall’Agenzia regionale tramite la Sala operativa unificata permanente; a supporto opereranno funzionari delle Prefetture, delle Province e dei Comuni.
La task force regionale antincendi boschivi è uno dei punti di forza del sistema regionale di Protezione civile, che ha messo a punto un modello di intervento basato su procedure e azioni condivise.

L’organizzazione degli operatori:
Il Corpo forestale dello Stato dispone sul territorio di 18 pattuglie giornaliere di primo avvistamento e di un elicottero con “secchio antiscivolo” nell’aeroporto di Rimini, abilitato alla prevenzione e allo spegnimento; assicura, in caso di incendio boschivo, la presenza di un direttore delle operazioni di spegnimento, cui spetta il compito di dirigere l’intervento dei mezzi aerei e delle squadre a terra.
La direzione regionale dei Vigili del Fuoco attiva ogni giorno nove squadre appositamente dedicate all’antincendio boschivo, dislocate presso altrettanti Comandi provinciali; dispone di due elicotteri nell’aeroporto di Bologna. A questi operatori si aggiungono le squadre dell’ordinario dispositivo di soccorso dei Comandi dei Vigili del Fuoco, preposte anche alla gestione degli incendi boschivi che interessano i centri abitati.
Sono 57, appartenenti ai nove Coordinamenti provinciali, le squadre di volontari di Protezione civile che operano sul territorio regionale, formate, equipaggiate e impegnate in operazioni di avvistamento, spegnimento e bonifica.

La Sala operativa unificata permanente:
Dall’1 luglio è attiva tutti i giorni dalle 8 alle 20 la Sala operativa unificata permanente, composta da funzionari esperti della Protezione civile regionale, personale dei Vigili del Fuoco, un funzionario e un operatore del Corpo forestale dello Stato e del Volontariato di Protezione civile. In orario notturno è attivato un servizio di reperibilità continuo e la risposta alle chiamate d’emergenza è garantita dalla centrale operativa regionale del Corpo forestale dello Stato e dalle sale operative dei Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco.
Svolge azione di monitoraggio, raccordando le informazioni sul territorio e, in caso di incendi estesi, mobilita uomini e mezzi spostando anche squadre da una provincia all’altra. Se necessario, il direttore dell’Agenzia regionale di Protezione civile può richiedere l’attivazione dei mezzi aerei del Centro operativo aereo unificato presso il Dipartimento nazionale di Protezione civile, preposti allo spegnimento degli incendi boschivi su tutto il territorio nazionale.
Cosa rischia chi provoca un incendio:
Durante il periodo di grave pericolosità vige, all’interno delle aree forestali, il divieto assoluto di accensione di qualsiasi fuoco e di qualsiasi strumento che produca fiamme, scintille o braci, come ad esempio i barbecue o i fornelli a gas.
Inoltre è vietato accendere fuochi anche di legna o residui vegetali. È proibita la pulizia dei pascoli e dei terreni mediante abbruciamento delle stoppie e sono vietati gli abbruciamenti controllati. Chi, in violazione delle prescrizioni, adotta comportamenti che possono innescare un incendio boschivo rischia sanzioni fino a 10 mila euro.
Sotto il profilo penale è prevista la reclusione da 4 a 10 anni, se l’incendio è provocato volontariamente in maniera dolosa; da 1 a 5 anni, se viene causato in maniera involontaria, per negligenza, imprudenza o imperizia.
Oltre alle sanzioni penali, chi provoca un incendio può essere condannato al risarcimento dei danni, che può raggiungere cifre molto elevate.
Uniche eccezioni al divieto generale di accensione dei fuochi sono rappresentate – all’esterno delle aree forestali – dalle accensioni di piccoli fuochi per la cottura dei cibi, nell’ambito dei campi scout, all’interno delle aree private cortilive e nelle strutture individuate dagli Enti parchi e dalle Amministrazioni comunali.
Presso ogni Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato è presente almeno una squadra specializzata nella ricerca delle cause degli incendi boschivi che effettua indagini e recupera reperti, utilizzando tecniche proprie della polizia scientifica. Il personale del Corpo forestale applica il “Metodo delle evidenze fisiche”, che consente l’individuazione del punto di innesco fondamentale per qualsiasi successiva attività di indagine amministrativa e di polizia giudiziaria, anche a seguito del necessario raccordo con le Procure della Repubblica territorialmente competenti.

Numeri utili da contattare:
I numeri da contattare in caso di avvistamento di un incendio boschivo sono l’1515 (numero nazionale di pronto intervento del Corpo forestale dello Stato), l’115 (numero nazionale di pronto intervento del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile), l’8008-41051 (numero verde regionale del Corpo forestale dello Stato). La telefonata è gratuita.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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