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di Prolo Loco Voghiera e Coordinamento Provinciale di Ferrara di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

La scorsa notte un vasto incendio ha devastato l’area produttiva della Cleprin Srl, industria chimica casertana specializzata nella produzione e vendita di detersivi industriali e nella produzione di detergenti in eco-dosi idrosolubili e completamente eco-compatibili.

Quella del suo amministratore delegato Antonio Picascia e di tutti i lavoratori dell’azienda è una doppia scommessa: la riappropriazione e rigenerazione del territorio campano attraverso la creazione di un sistema economico legale ed etico, come antidoto all’economia criminale. Nonostante i tentativi prima di infiltrazione nella Cleprin e poi di estorsione da parte del clan di Sessa Aurunca, affiliato ai Casalesi, Antonio ha scelto, infatti, la propria dignità e la propria libertà di imprenditore, denunciando l’accaduto alle forze dell’ordine.

Appena una quindicina di giorni fa, lo scorso 7 luglio, la delegazione del Coordinamento di Ferrara Libera e di Pro Loco Voghiera – nel corso del viaggio in Sicilia per consegnare alla Cooperativa Rita Atria il camioncino destinato a lavorare su un bene confiscato alle mafie – aveva fatto visita all’azienda e conosciuto Antonio, che aveva trasmesso ai giovani volontari il proprio impegno quotidiano contro la criminalità organizzata.

Le cause del rogo sono ancora sconosciute e al momento nessuna pista viene esclusa.

“La notizia ci ha lasciato senza parole – afferma Elia Fantini, segretario Pro Loco Voghiera e volontario del Coordinamento di Ferrara di Libera – solo pochi giorni fa siamo rimasti sbalorditi di fronte alla professionalità, allo spirito imprenditoriale, alla competenza e alla serietà della ditta Cleprin, del suo amministratore e di tutti i suoi lavoratori. Abbiamo conosciuto persone e professionisti in grado di fare della legalità e dell’impegno i valori fondamentali della loro attività economica, dimostrando potenzialità che sono un esempio per tutti noi ragazzi”.

“Si tratta, purtroppo, dell’ennesima conferma – aggiunge Donato La Muscatella, Referente per il Coordinamento di Ferrara di Libera – di quanto le organizzazioni criminali temano la rivoluzione culturale che sviluppano sul territorio aziende come la Cleprin, proponendo un modello imprenditoriale virtuoso che promuove i diritti di tanti e non la ricchezza di pochi. Ora più che mai bisogna far sentire ad Antonio Picascia e a tutti i lavoratori che non sono soli”

Pro Loco Voghiera e il Coordinamento di Ferrara di Libera vogliono ribadire la propria vicinanza e il proprio sostegno ad Antonio, a Simmaco e a tutti i lavoratori e collaboratori di Cleprin e Nuova Cooperazione Organizzata in questo momento così difficile: la battaglia per un’economia e una cultura di legalità è lunga e difficile, ma vale la pena combatterla e noi siamo al vostro fianco

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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