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Da ufficio stampa

Due progetti approvati dalla Giunta dedicati a 174 vittime di tratta e 300 donne vittime di violenza. L’assessore Bianchi: “Il nostro obiettivo è accompagnare le persone ad uscire da una condizione di svantaggio e marginalità attraverso un reddito”. L’assessore Petitti: “Ottenere un lavoro è uno dei primi passi importanti per un pieno reinserimento nella società e quindi per uscire dall’ambiente di violenza”

Bologna – Percorsi di orientamento e di formazione rivolti alle vittime di tratta e di violenza, anche di genere, per il sostegno nella ricerca di un lavoro e loro percorso di inclusione sociale. Li ha approvati la Giunta regionale con uno stanziamento complessivo di quasi 900 mila euro del Fondo sociale europeo, asse inclusione sociale e lotta contro la povertà.
“Con questo provvedimento, che affianca e completa il sistema previsto dalla legge 14 del 2015, vogliamo incrementare la partecipazione delle persone maggiormente vulnerabili al mercato del lavoro- spiega l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Patrizio Bianchi-. Come abbiamo scritto nel Patto per il lavoro, crediamo che rendere disponibili opportunità formative per l’inclusione sociale e lavorativa sia alla base dello sviluppo e della mobilità sociale di una società inclusiva e attenta all’uguaglianza. Il nostro obiettivo è accompagnare le persone ad uscire da una condizione di svantaggio e marginalità attraverso un reddito da lavoro anche autonomo”.
“Ottenere un lavoro è uno dei primi passi importanti per un pieno reinserimento nella società e quindi per uscire dall’ambiente di violenza – conferma l’assessore alle Pari opportunità, Emma Petitti -. L’indipendenza economica rientra negli obiettivi previsti dal Piano regionale antiviolenza per accompagnare le vittime a lasciare il difficile passato alle spalle e riprendere pieno possesso della propria vita. I progetti di orientamento e di formazione assumono quindi un ruolo centrale nella lotta alla violenza di genere”.

Gli interventi
La prima azione, finanziata con oltre 500 mila euro, si rivolge potenzialmente a 174 persone, già in carico ai servizi competenti e in continuità con il lavoro di rete realizzato da Cefal Emilia-Romagna e dagli organismi impegnati nel network regionale “Oltre la strada”, che opera da tempo per il sostegno alle vittime di tratta su tutto il territorio regionale.
In questo progetto sono previsti percorsi di orientamento e formazione per l’acquisizione di nuove competenze, di base e professionalizzanti, che permettano l’inserimento lavorativo, anche attraverso opportunità di tirocinio.
Si svolgeranno azioni di accoglienza, presa in carico e orientamento per la definizione dei percorsi personalizzati, del tutoraggio in itinere e di valutazione finale. I percorsi di formazione permanente individuati sono 14, da erogare anche in piccoli gruppi per consentire alle persone di acquisire nuove competenze di base e tecnico professionali, necessarie per l’attivazione di un tirocinio.
I settori individuati come utili per l’ingresso nel mondo del lavoro sono quello della produzione e distribuzione pasti, dei servizi di pulizia, della progettazione e produzione tessile e del marketing e delle vendite.

La seconda azione approvata si rivolge invece a 300 donne vittime di violenza, anche di genere, già prese in carico dai Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna che sono presenti in 12 città sul territorio regionale (Bologna, Faenza, Ferrara, Carpi, Imola, Lugo, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini).
Con il finanziamento di oltre 320 mila euro, saranno realizzate azioni di accoglienza, presa in carico, orientamento e supporto all’inserimento lavorativo, con la costruzione di un progetto personalizzato.
Saranno realizzati percorsi di formazione permanente della durata tra le 16 e le 70 ore per acquisire competenze di base e tecnico professionali nelle aree professionali con le maggiori opportunità di avviare tirocini e sbocchi professionali.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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