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da: Centro Documentazione Donna

Mariella Grande presenta il libro di Rossella Strani “Alle radici del sé – Viaggio verso l’autostima” (ed. Iacobelli).

Scritto da una donna per le donne, il libro di Rosella Strani conduce per mano a rileggere la propria vita con la lente dell’autostima: un viaggio che ciascuna donna può intraprendere, a partire da sé e dalle proprie risorse interiori. Un percorso che parte da situazioni di disagio, di sofferenza o di vessazione e porta a trovare in se stesse la propria autenticità e la forza di proporsi nel mondo. Come specchiarvi in vostra madre e nelle vostre figlie, naturali o simboliche, come essere sorelle, abbandonando la competizione.

Rossella Strani negli anni Novanta è tra le fondatrici del “Gruppo Operatrici Antiviolenza e Progetti”, un’associazione nata a Trieste per la gestione del Centro antiviolenza provinciale; in seno a quella esperienza inizia nel 2003 i “Laboratori di Autostima”, destinati a diventare un modello esportato in tante altre realtà sia del pubblico che del privato sociale, che aiuta a diventare più consapevoli di come società e cultura incidano sul nostro immaginario e sui nostri comportamenti. Le testimonianze delle partecipanti ai laboratori e le riflessioni i dell’autrice sono gli strumenti scelti per condurre in un mondo che lavora per un cambiamento globale, rendendo partecipi di una “piccola rivoluzione culturale”. L’approccio di genere applicato all’autostima può senz’altro servire a tutti, includendo anche gli uomini.
All’incontro, che si avvale della collaborazione del Centro Donne e Giustizia di Ferrara, parteciperanno, parlando della loro esperienza, alcune operatrici dei vari gruppi del Centro.

Orsetta Giolo parla di “Jane Austen è femminista – La critica di genere nell’ottica dei Feminist Law and Literature Studies”. Proseguono al Centro Documentazione Donna gli incontri del ciclo dedicato a Jane Austen.

Jane Austen, ancor più che in passato, è diventata nel corso in questi ultimi anni oggetto di culto, sono sorti dappertutto club a lei intitolati e proliferano tutta una serie di romanzi che vedono come protagonista lei o le eroine dei suoi libri. Sono soprattutto libri gialli ma non solo, o romanzi che raccontano le avventure di sue ammiratrici dei giorni nostri, e non mancano film dai titoli più o meno improbabili come “Orgoglio, pregiudizio e zombie”.
Accanto a questa moda dai risultati poco apprezzabili sono però fioriti anche molti studi seri sia da parte della critica accademica che di quella femminista. Il saggio di Orsetta Giolo, di cui l’autrice ci parlerà nell’incontro di giovedì, rende conto, come ci dice il titolo, di quanto la critica femminista ha prodotto al riguardo di Jane Austen e dei suoi scritti, dedicando particolare attenzione a una rivisitazione dell’opera della grande romanziera.
Il saggio di Orsetta Giolo, Jane Austen è femminista. La critica di genere nell’ottica dei Feminist Law and Literature Studies, è presente nel volume collettaneo Critiche di genere. Percorsi su norme, corpi e identità nel pensiero femminista (Aracne, 2105), da lei curato.

Orsetta Giolo è docente di Filosofia del diritto presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’università di Ferrara. Fa parte del gruppo di lavoro interuniversitario sulla soggettività politica delle donne, che coordina insieme a Lucia Re. Fa anche parte della redazione della rivista elettronica Jura Gentium, per la quale cura la rubrica “Islam plurale: diritto, politica e società nei paesi arabo-musulmani”. Dal 2007 partecipa al progetto di ricerca “Il diritto contro. Meccanismi giuridici di esclusione dello straniero” con una ricerca sul tema dell’inclusione/esclusione dei migranti in Europa dal punto di vista storico-filosofico. Ha svolto attività di ricerca in merito alla compatibilità tra diverse culture giuridiche, con particolare riferimento alla tradizione giuridica arabo-musulmana. Ha analizzato inoltre la vicenda del femminismo arabo-musulmano, curando “I nuovi Femminismi”, numero monografico di Ragion Pratica, dicembre, 2011.Tra le sue più recenti pubblicazioni: “La soggettività politica delle donne. Appunti per un lessico critico” (con Lucia Re, a cura di), Aracne, Roma, 2014.

Info:
Centro Documentazione Donna
via Terranuova 12/b
44121 Ferrara
tel 0532-53186, cell.329-2199850
pagine web: www.tufani.net

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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