Skip to main content

Da ufficio stampa Istituto di Storia Contemporanea Ferrara

Era già l’ora che volge il disio ai navicanti e ‘ntenerisce il core

lo dì c’han detto ai dolci amici addio.

Dante Alighieri, Purgatorio VIII

A un anno dalla scomparsa, Ferrara si stringe intorno al ricordo di Paolo Mandini. Domani, sabato 11 febbraio, alle 10, nella sala conferenze dell’Istituto di Storia Contemporanea (vicolo Santo Spirito, 11), amiche e amici si ritroveranno per non dimenticare uno dei più appassionati amministratori della nostra città. Interverranno Anna Quarzi e Fiorenzo Baratelli, insieme al sindaco Tiziano Tagliani. «Nessuna parola può cogliere e far capire il duro fatto di un’assenza ogni giorno riscoperta – riconoscono i suoi affezionati – Ma l’assenza può riunire, nel ricordo della sua vita esemplare come figura pubblica e come figura privata, chi lo ha stimato e chi gli ha voluto bene».

Paolo Mandini confidò fermamente nei principi di aggregazione e perciò spese gran parte della sua vita impegnandosi nel mondo delle cooperative e nella politica. O meglio si spese per cambiarla, per farla aderire agli ideali della Sinistra e coniugarli con quelli dell’etica. In questa sua ricerca del nuovo e di rimediare agli errori e ai ritardi del Pci, incontrò personaggi straordinariamente importanti, del calibro di Alexander Dubcek, il protagonista della Primavera di Praga che nel 1968 cercò di portare il socialismo oltre le colonne dell’Urss. Quell’anno il giovane comunista Mandini si batté in consiglio comunale e nel Pci ancora troppo ossequiente verso Mosca per sostenere il “socialismo dal volto umano”. Oltre vent’anni dopo Mandini fu ospite di Dubcek a Praga e lo portò a Bologna in visita, quando oramai era stato riabilitato dopo la caduta dell’ex Urss. Ebbe contatti anche con Mikhail Gorbaciov; il leader della perestroika approdò a Modena anche grazie all’interessamento di Mandini, mentre era responsabile della comunicazione di Coop Estense, ma soprattutto era in grado di tessere legami e amicizie a ogni livello.

Nei primi anni Novanta partecipò a varie missioni nell’ex Jugoslavia: una in particolare, durante il conflitto, fu con una ceramica sassolese che ricostruì il mercato centrale di Sarajevo distrutto dalle bombe. Anche in quell’occasione le sue capacità di mediazione furono decisive. A Ferrara svolse vari incarichi a livello politico: apprezzato assessore allo Sport, entrò in rotta di collisione con il sindaco Soffritti. Insieme a Fiorenzo Baratelli, a Luciano Bertasi e a pochi altri, sollevò la questione morale, la natura dei rapporti tra amministrazione comunale, partito e la Coop Costruttori di Donigaglia. Solo tempo dopo il nuovo segretario Pds-Ds, Roberto Montanari, gli riconobbe di aver visto con preveggenza il deterioramento tra politica ed economia.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it