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Da Organizzatori

Giovedì 25 e venerdì 26 maggio alle 21 appuntamento al Teatro Nuovo di Ferrara in piazza Trento Trieste con Intrecci e forme, il tradizionale saggio di fine anno dell’Associazione Sportiva Dilettantistica VIGARANO DANZA, con il patrocinio del Comune di Vigarano Mainarda.
Cambia la cornice delle loro esibizioni, ma anche quest’anno le allieve di Anna Rita Smai porteranno sul palco tutto il loro impegno e la loro passione in uno spettacolo diviso in due parti. Nella prima, le ragazze danzeranno su ritmi della prima metà del Novecento: da Francis Poulenc alla Sinfonia n.9 in Re minore di Antony Dvorak. Uniche eccezioni: il brano di apertura, dalla Sinfonia n. 9 di Ludwig Van Beethoven, la Danse macabre op. 40 di Camille Saint-Saëns con la morte che suona il violino e fa danzare ombre, e l’immancabile Johan Strauss la cui Tritsch Tratsch Polka riunirà sul palcoscenico tutte le allieve della scuola.
Dopo un breve intervallo, nella seconda parte saranno la danza moderna e contemporanea a farla da padrone, anche grazie all’energia e all’ironia degli allievi di hip hop di Federica Fabbrizzi, con Street souls, Gravity e Colours inside my head. Andare a scuola o vagare con la propria immaginazione Fra le nuvole? È quello che sembrano chiedersi le allieve che danzano su “C’est La Ouate” di Caroline Loebe. Di una ragazzina che usa la fantasia per vivere avventure bellissime ed evadere dal mondo reale parla anche Yael Naim nella sua “Far far”, colonna sonora di Lontano Lontano. Baricentro magnetico (Di Giusto Y Camerata Ambigua “La Cambiada”) e Liberamente Essere (sui Concerti Brandeburghesi di Bach) il ritmo libera quella parte di noi stessi imprigionata dalla frenesia della vita quotidiana. Siamo ancora capaci di lasciarci andare e vivere liberamente le nostre emozioni?
A queste coreografie se ne alterneranno altre che valorizzano le abilità tecniche e interpretative delle allieve: 34 mani su brano di Wim Mertens e Intrecci su “Hunger of the Pine” di Alt J “4 Mains”. Chiudono il secondo tempo Senza indugio su “Tear Down These Houses” di Skin e Non solo rosso su “The Magic” di Joan as Police Woman. Le partecipanti saluteranno poi gli spettatori con la cover “Back in the USSR”.
Per il terzo saggio consecutivo, le coreografie di questa seconda parte vedono la collaborazione della giovane danzatrice Martina Cavallini, ormai entrata a far parte a tutti gli effetti della famiglia di Vigarano Danza.
Liberamente Essere e Intrecci di Anna Rita Smai e Martina Cavallini, ballate dalle allieve del sesto e settimo corso, hanno partecipato nell’estate 2016 alla tappa di Firenze di “Città in danza” e sono state selezionate per la rassegna finale che si è tenuta a Chianciano Terme.
Un’ampia gamma di sonorità e stili differenti, tre coreografe e più di duecento piedi, che siano scalzi, con le snickers o sulle punte, vi coinvolgeranno con il loro ritmo e la loro passione: non avete che da seguirli.

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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