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Da Ferrara Off Teatro

Si conclude questo fine settimana la stagione autunnale ‘Forme Umane’ del teatro Ferrara Off con due interessanti appuntamenti che animeranno le serate di sabato 16 e di domenica 17 dicembre.
Sabato, alle ore 21, il palco di Ferrara Off ospiterà l’unico spettacolo di danza di questa stagione che vede in scena la danzatrice Luna Cenere interprete unica in “Kokoro”, realizzato in collaborazione con la compagnia Virgilio Sieni/Centro Nazionale di produzione e Vetrina della giovane danza d’autore – Azione del Network Anticorpi XL.
In “Kokoro” il corpo della giovane artista esposto nella sua nudità, accompagnato dalle musiche di Gerard Valverde, si trasfigura per diventare un veicolo poetico di immagini, il semplice corpo stante regala allo spettatore visioni metamorfiche e poetiche possibili grazie a un grande virtuosismo tecnico.
Il lavoro di Luna Cenere è stato particolarmente apprezzato dalla giuria del Festival di microteatro BONSAI e, pur non avendo potuto partecipare per questioni logistiche, ha trovato comunque collocazione nella stagione teatrale di Ferrara Off, curata da una parte della stessa direzione artistica di BONSAI.
Domenica 17 dicembre, alle 21, la stagione autunnale si conclude con lo spettacolo “Marx a Soho”, una produzione Costa/Arkadiis con adattamento e regia di Giulio Costa. Marx, interpretato da Marco Sgarbi, in questo testo torna sulla terra per riscattare il suo nome e riproporre le sue idee, ma a causa di un errore burocratico dell’Aldilà, invece di “atterrare” nella Soho londinese, dove abitava con la famiglia, si ritrova nella Soho newyorkese, uno dei centri nevralgici dell’economia mondiale contemporanea. Lo spettacolo è stato scritto nel 1999 dallo storico americano Howard Zinn. In questa particolare occasione, prima delle feste del Natale, la serata sarà introdotta da una breve performance di teatro-canzone, ispirata ai temi dello spettacolo, con Eugenio Cabitta, Riccardo Bucci e Mattia Antico.
Per entrambi gli spettacoli l’ingresso sarà di 10€ per i soci Ferrara Off, 8€ soci under 30, 5€ soci under 18, 12€ per i non soci (inclusa tessera associativa). Sono previste riduzioni per gli abbonati e spettatori del Teatro Comunale di Occhiobello.
Maggiori informazioni su www.ferraraoff.it o chiamando il numero 333.6282360 .

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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