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Da Ferrara Off

Sabato 11 e domenica 12 marzo a Ferrara Off lo spettacolo ispirato ai testi dello scrittore bellunese

Dopo il successo di pubblico riscosso lo scorso weekend con “Tranne che il buio”, Ferrara Off prosegue l’approfondimento dedicato a Dino Buzzati. Sabato 11 alle 21 e domenica 12 marzo alle 18 il teatro di viale Alfonso I d’Este ospiterà “La boutique del mistero”, affascinante e perturbante rappresentazione ispirata ai racconti pubblicati nel 1968 nell’omonima antologia. Prodotto da TrentoSpettacoli con la regia di Giulio Costa, questo lavoro porterà in scena le inquietudini, le speranze disattese, le paure, le illusioni, i desideri e le pulsioni che lo scrittore bellunese rintracciava nella società italiana degli anni Sessanta, situazioni e sensazioni tipiche di una civiltà avviata verso un lento declino, tematiche che oggi risultano più che mai attuali.

TrentoSpettacoli, compagnia under35 riconosciuta dal Ministero dei beni e delle attività culturali, si era già approcciata allo stesso autore nel 2012, con il fortunato adattamento teatrale de “Il deserto dei Tartari”. Con “La boutique del mistero” ha voluto esplorare ancora più a fondo le atmosfere e i personaggi buzzatiani, interpretati da Woody Neri, Alice Conti, Maura Pettorruso e Stefano Detassis. La sua presentazione nel capoluogo estense non è casuale: questo titolo infatti è nato grazie alla collaborazione avviata con Ferrara Off, che nell’agosto 2016 ha ospitato presso il proprio spazio performativo le prove degli attori e per l’allestimento.

«Portare in scena i racconti di Buzzati – spiega Giulio Costa – significa confrontarsi costantemente con la domanda: quanto bisogna essere fedeli alle parole dell’au­tore? Questo interrogativo ha accompagnato l’intero processo di costruzione dello spettacolo. Dopo una fase di scrittura suddivisa in lettura, analisi e selezione dei racconti, canovaccio di riferimento e bozza di copione, mi sono ritrovato il primo giorno di prove con la sen­sazione che le parole avrebbero condizionato la nascita dei gesti e delle azioni sul palcoscenico. Così, ho messo il canovaccio in un cassetto e ho proposto agli attori di cominciare le prove con un’analisi dal vivo dei racconti, ovvero di agire sulla scena ogni singola storia. Dopo pochi giorni, tutti i racconti hanno preso vita grazie alla voce e al corpo degli attori, in forma di mono­logo, dialogo, azione mimata, raccontata, reinventata, reinterpretata, a volte in modo allegorico, altre volte in modo estremamente concreto, lasciando emergere in maniera spontanea un minimo comune denominatore. Molti racconti si sono ridotti a una parola o un gesto, altri hanno contribuito a definire meglio i singoli ruoli, altri ancora sono serviti come struttura portante per l’intera drammaturgia, e mi riferisco a “Il colombre” e a “I sette piani”. Il primo è stato fondamentale per mettere a fuoco le relazioni fra i personaggi, il secondo per sottolineare l’inevitabile declino che chiunque subisce a cau­sa del ‘macinauomini’, ovvero il tempo, come era solito definirlo Buzzati. Il risultato è uno spettacolo che vuole omaggiare lo scrittore non tanto con le parole dei racconti, che senza dubbio hanno maggior vigore e capacità evocativa su carta stampata, quanto attraverso la reinvenzione della realtà da cui quelle parole sono nate. A mio avviso, chi conosce i testi potrà riconoscere e ricostruire, come in un puzzle, i frammenti della vita e della poetica dell’autore; chi non conosce i racconti avrà modo di vedere il complesso e variegato processo di crescita e formazione di un essere umano, nelle cui contraddizioni, assurdità, paure, angosce, idiosincrasie potrà facilmente specchiarsi. E magari ridere di sé».

L’ingresso costerà 8 euro per  soci di Ferrara Off, 5 euro ridotto per gli under20, 10 euro – comprensivi di tessera 2017 – per i non soci. Per informazioni e prenotazioni scrivere a info@ferraraoff.it oppure telefonare al numero 3336282360.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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