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La casa editrice ferrarese “Faust Edizioni” trionfa al concorso letterario internazionale “Gian Antonio Cibotto” (patrocinato da Regione Veneto e Confindustria Venezia) con un saggio sugli animali curato dall’associazione culturale cittadina “De Humanitate Sanctae Annae” e comprendente 40 contributi di 38 autori (docenti universitari, storici, ricercatori di fama nazionale e internazionale).
Oltre 1.500 i volumi in lizza, provenienti da tutta Europa.

Domenica 27 maggio 2018, dalle ore 10.30, in un Ridotto del Teatro Sociale di Rovigo traboccante di pubblico, si è svolta la cerimonia di premiazione del primo concorso letterario internazionale “Gian Antonio Cibotto”, dedicato all’indimenticato scrittore, giornalista e critico letterario polesano, fondatore di prestigiosi premi letterari (tra i quali il Campiello e l’Estense), scomparso lo scorso anno.
Nel corso dell’evento, mirabilmente condotto dalla ‘padrona di casa’ Angioletta Masiero (presidente di giuria) e ripreso dalla televisione, sono stati assegnati i premi nelle quattro diverse sezioni previste dal bando: narrativa edita, saggistica edita, poesia edita e poesia inedita in lingua italiana o in dialetto del triveneto. In lizza, nelle varie sezioni, oltre 1.500 titoli provenienti da tutta Europa. Nomi altisonanti, in giuria: presidente onorario lo scrittore pluricandidato al Nobel Boris Pahor, presidente artistico lo scrittore delegato alla cultura di Confindustria Rinaldo Boggiani. Il concorso era patrocinato – tra gli altri – da Regione Veneto, Confindustria Venezia e Comune di Rovigo.

La sezione ‘saggistica edita’ ha visto trionfare, tra scroscianti e meritati applausi, il volume collettivo “Gli animali nella storia della civiltà dell’uomo. Scienze naturali e veterinarie in Italia” a cura della Associazione “De Humanitate Sanctae Annae”, pubblicato nel 2017 dalla casa editrice ferrarese “Faust Edizioni” di Fausto Bassini. L’opera – 400 pagine che si fregiano di rare e preziose immagini patinate, in bianco e nero e a colori – racchiude 40 contributi di 38 autori (docenti universitari, storici, ricercatori di fama nazionale e internazionale).
A ritirare il premio il Prof. Riccardo Modestino, presidente della “De Humanitate Sanctae Annae”, sodalizio nato a Ferrara nel 2012 e instancabile nella pubblicazione di libri (ben cinque titoli al suo attivo) e nell’organizzazione di convegni, dibattiti, mostre, eventi teatrali e cinematografici che hanno riscosso una vasta eco anche in campo nazionale.

Da Ufficio stampa Faust Edizioni

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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