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Si è tenuto, nei giorni scorsi, un incontro tra l’Amministrazione comunale di Bondeno e una rappresentanza del nuovo Direttivo della Area Cna dell’Alto Ferrarese, nel corso del quale sono stati affrontati alcuni temi legati alla economia e al sistema produttivo di Bondeno e all’attuazione di nuove modalità di collaborazione e confronto nell’interesse della comunità locale.
La proposta, presentata dall’Associazione al vicesindaco e assessore alle Attività produttive Simone Saletti, che ha rappresentato l’Amministrazione comunale all’incontro, nasce dalla richiesta di promuovere un confronto sulle principali scelte che riguardano l’economia e la comunità bondenese, a partire dalla loro definizione, in modo talre cioè, di cogliere maggiormente esigenze e domande delle imprese locali nelle politiche amministrative. In sostanza, la Cna, pur esprimendo un giudizio positivo sulla collaborazione instaurata da tempo con l’Amministrazione, ritiene giunto il momento di compiere un ulteriore salto qualitativo, con la istituzione di un tavolo sulla economia promosso dalla Giunta comunale, con la partecipazione di tutte le Associazioni imprenditoriali del territorio. All’incontro, erano presenti per Cna, il portavoce di Bondeno Nicola D’Andrea e il responsabile della Sede Marco Mazzoni, Valeria Balboni, vice-presidente dell’Alto Ferrarese e Stefano Ferrari, componente del Direttivo d’Area.
Più nel merito, l’Associazione ha presentato, tra l’altro, proposte inerenti il sostegno alla creazione di nuove imprese e alle start up del territorio, con la ripresentazione del Bando già promosso dal Comune, la sicurezza delle aree produttive, la verifica delle politiche infrastrutturali di Bondeno, con particolare attenzione al raccordo del territorio comunale con la Cispadana e la Transpolesana.
“Abbiamo voluto innanzitutto riconfermarci come un’Associazione propositiva – sottolinea Nicola D’Andrea, portavoce Cna per Bondeno – che vuole contribuire al bene dell’economia e della comunità rappresentando le imprese locali, i cui interessi e problemi conosciamo a fondo. Ci sembra importante la creazione di un tavolo ad hoc tra Comune e Associazioni imprenditoriali, che possa valutare le scelte fin dalla fase preliminare. A questo proposito, abbiamo riscontrato molta sintonia e disponibilità da parte del vice-sindaco Saletti, che intendiamo valutare operativamente sulle singole problematiche”.

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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