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Troppo spesso, sull’ambiente, i media comunicano i disastri, le crisi e le emergenze e trasmettono paure più che coinvolgimento, impotenza più che informazione e prevenzione. Tra i ruoli dei media dovrebbe esserci, invece, sempre più impartire quel senso di responsabilità verso il prossimo e verso le generazioni future che dà la misura del livello di civiltà di una comunità.

Clara ha a cuore questo tema da sempre, da vent’anni, da quando le società erano due, si chiamavano Area e Cmv e cominciavano a entrare nelle scuole con educatori specializzati per avvicinare i bambini e gli insegnanti al tema dei rifiuti e all’importanza della raccolta differenziata. Le iniziative di Area e Cmv hanno coinvolto in questi anni decine di migliaia di alunni. Rimarrà negli annali Progetto Quadrifoglio: un programma di educazione ambientale articolato e diversificato in svariate tipologie di laboratori, incontri didattici, visite guidate. Progetto Quadrifoglio ha accompagnato per ben tredici edizioni gli scolari del territorio ex Area, coinvolgendo in media 3.500-4000 ragazzi all’anno.
Dal 2017, a seguito della fusione e con l’avvento della nuova società, il progetto scuola si chiama PianetaClara, è dedicato al tema della sostenibilità ambientale legata ai rifiuti ed è rivolto a tutte le scuole dei 21 Comuni soci dell’azienda, dalle scuole d’infanzia fino agli istituti di istruzione superiore.
“Il progetto, presentato anche sul sito www.clarambiente.it/clarainforma/progetti-edu-scuole/, interesserà quest’anno ben 6.500 alunni e altrettante famiglie della provincia di Ferrara. Pianeta Clara – spiega Mirna Schincaglia, responsabile Comunicazione e Relazioni Pubbliche di Clara – rappresenta una dimensione ancora parzialmente da scoprire, un mondo che cerca di dare la giusta importanza a ogni oggetto e materiale, che fa il possibile per ridurre gli sprechi, che investe per riutilizzare e riciclare i rifiuti, che si vuole distinguere per un modo di agire virtuoso e consapevole, in sintonia con i 17 obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Con il grande obiettivo di aiutare i ragazzi di oggi a diventare cittadini più consapevoli e più attenti all’ambiente”.
L’obiettivo dei progetti scuola di Clara va, infatti, oltre quella che è la funzione ‘cognitiva’: non si tratta cioè solo di informare su come funziona la raccolta, di correggere gli errori nella separazione dei rifiuti o di avvisare dell’imminente avvio di un nuovo servizio. Si tratta di produrre cultura ambientale, di sviluppare nei bambini, adulti di domani – ma anche nei loro genitori e parenti, adulti di oggi – quella indispensabile e vitale coscienza ecologica che, seppure abbia fatto molti passi avanti rispetto a vent’anni fa, ha ancora molto da crescere.

Il mondo sta cambiando. Lo percepiamo, ma lo stiamo anche capendo? Crescono attorno a noi i problemi ambientali e sociali: cosa possiamo fare? Di certo possiamo pensare all’equilibrio tra ciò che ci serve e ciò che preleviamo; alla capacità di soddisfare le esigenze presenti senza compromettere le possibilità future. La capacità di mantenere attivo un processo ecologico di sviluppo sostenibile. L’idea l’abbiamo capita, il nostro stile di vita non sempre vi si allinea. Per alcuni siamo in una fase storica in cui la vita sociale si rivolge maggiormente all’interesse e al piacere dell’individuo e si riduce la coscienza del collettivo. La partecipazione, la condivisione – intesa come collaborazione verso obiettivi comuni e non solo come un clic su un social network – manifestano gravi segnali di crisi.
Le città sono ormai entità molto complesse che non si lasciano più guidare da progettualità tradizionali, ma richiedono nuove soluzioni e globalità di impegni. La crescita di una qualità ambientale è un bisogno di tutti, ma la ricerca di soluzioni non è pari al problema. Bisogna mantenere alta la sensibilità e la domanda di sostenibilità e qualità sui servizi pubblici ambientali e più in generale di ambiente. È però cresciuta la consapevolezza della corretta informazione e il cittadino-cliente si aspetta di essere informato, perché attraverso la conoscenza, il consenso e la legittimazione aumenta la sua adesione ai princìpi e ai valori che muovono le organizzazioni. È importante che la funzione del comunicare e le politiche di comunicazione pubblica siano riconosciute da chi ha responsabilità nei servizi pubblici perché si tratta di attivare uno strumento fondamentale per promuovere l’amministrazione ed i suoi servizi e per assicurare ai cittadini il miglior livello di informazione. Vorremmo che queste non fossero solo parole e cercheremo di fare la nostra parte in questa direzione. In questi mesi lo abbiamo fatto in collaborazione con Clara, proponendo articoli che oltre a comunicare l’impegno dell’azienda speriamo abbiano contribuito a soddisfare il bisogno di informazione e trasparenza sul tema dell’ambiente.
Grazie per averci seguito e buon 2018.

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Redazione di Periscopio


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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