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da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Un modo forte e chiaro e netto per dire NO all’illegalità, per dire NO all’abusivismo ed alla contraffazione: è stata una mattinata (26 novembre) dedicata all’informazione ed alla sensibilizzazione la diretta streaming che si svolta a Ferrara presso i locali dell’Accademia del Gusto (in via a Giuseppe Fabbri 414) organizzata dall’Ascom di Ferrara nell’ambito della Giornata Nazionale “Legalità, Mi piace” promosso dalla Confcommercio che in diretta dalla sede centrale di Roma ha fatto intervenire il presidente nazionale Confcommercio Carlo Sangalli ed e il ministro degli Interni Angelino Alfano raggiungendo in diretta tutte le sedi Confcommercio sparse sul territorio nazionale.
A cappello è stata presentata una corposa ricerca nazionale (Confcommercio – Eurisko) dalla quale risulta che il 47 degli intervistati rileva una percezione di insicurezza e dove sale la richiesta di una maggiore presenza delle forze dell’Ordine e sulla certezza della pena. Una diffusione del commercio illegale che nel 2014 vede una stima oltre 26 miliardi a danno delle imprese virtuose e e perdite di 260mila posti di lavoro regolari.
“Abbiamo deciso – spiega il presidente nazionale Confcommercio Carlo Sangalli – di ripetere l’esperienza del 2013 anche quest’anno perchè è una tema quello dell’ illegalità su cui non dobbiamo mai abbassare la guardia. Noi siamo il primo argine contro l’illegalità. Ai tanti problemi – la crisi, il costo del lavoro – si somma drammaticamente il costo dell’illegalità – ha ricordato Sangalli – in questo paese c’è bisogno invece di semplificazione. Sicurezza e legalità sono condizioni necessarie per una democrazia compiuta quanto per un mercato sano. Di fronte alle minacce della criminalità si deve e si può reagire. Noi chiediamo tolleranza zero contro ogni fenomeno criminoso”.
Il ministro Alfano ha annunciato in diretta “di aver firmato la nuova direttiva per i Prefetti contro l’illegalità e la contraffazione che è una mia decisa priorità per l’autunno inverno. La collaborazione è fondamentale con le Associazioni- ed ha ricordato – la firma di 56 convenzioni a sostegno dei commercianti” snoccialando i numeri di un lavoro intenso svolto contro la contraffazione che ha concluso con l’impegno “di una nuova legge sulla certezza della pena”.

Chiusa la parte nazionale si svolta la parte che ha visto – di fronte all’intero sistema associativo provinciale con la presenza tra gli altri del presidente provinciale della Federazione Italiana Tabaccai Borghi – i saluti del prefetto Michele Tortora, del questore Orazio D’Anna, dell’assessore Aldo Modonesi, del colonnello comandante della Guardia di Finanza provinciale Sergio Lancerin ed alla presenza del colonnello comandante dei Carabinieri Carlo Pieroni coordinati dal direttore generale di Ascom Ferrara Davide Urban.
A fare sintesi degli interventi della mattinata il presidente provinciale Ascom Giulio Felloni che ha rimarcato: ” sono soddifatto dell’impulso a questa giornata che è venuto dalla base associativa, guardiamo con favore – ha poi aggiunto il presidente Felloni – alle proposte formulate dall’assessore Modonesi di collaborare sui temi della videosorveglianza e di realizzare di momenti di aggregazione a Ferrara nella zona dello Stadio. Faremo la nostra parte come associazione di categoria perché quel pezzo di tessuto urbano non solo ritrovi una sua normale vita sociale e ricreativa ma anche commerciale”. In questo lavoro congiunto è “fondamentale il lavoro delle forze dell’Ordine che ringrazio – spiega Felloni – per il loro encomiabile lavoro e per la fattiva collaborazione ed ascolto che riscontriamo ogni giorno – ed ha aggiunto – la città e dil territorio provinciale sono una cosa sola: questo insieme va valorizzato e promosso nel suo complesso affinché possa essere accogliente accessibile, vitale e sicuro. Solo insieme si cresce” ha concluso il presidente provinciale Ascom.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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