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Da Organizzatori

Le notti in bici per una passione che non dorme mai portano con sé mille storie diverse. Sabato 17 giugno torna la Bike Night con la prima tappa del tour, Ferrara-Mare, giunta alla quarta edizione. Da quest’anno però ci sarà anche un appuntamento al venerdì sera, 16 giugno, con la Festa della Bike Night: birra, consegna pacchi iscrizione e soprattutto i racconti delle storie in bici con gli autori di Ediciclo Editore, la prima casa editrice italiana specializzata il mondo della bicicletta, del viaggio e della mobilità sostenibile, partner ufficiale delle Bike Night.
Bike Night è l’evento per chi vuole andare in bici quando e come vuole, anche se è buio o l’arrivo è lontano. Per vivere la bici in modo nuovo, unico e autentico. Dopo le oltre 2500 presenze nel 2016, la quarta edizione delle Bike Night è pronta ad illuminare le notti d’estate in bici. Ferrara è l’appuntamento più ‘caldo’ del tour, con il picco di presenze (1500 persone nel 2016), che proseguirà poi a Bolzano, Udine, Verona e Milano. Sempre 100km, sempre sulle più belle piste ciclabili d’Italia.
Il progetto Bike Night, ideato e curato da Simone Dovigo, con il suo marchio Witoor, è iniziato nel 2014 a Ferrara, con la prima edizione che registrò quasi 200 partecipanti. Nel 2015 a giugno sono partiti 800 ciclisti da Ferrara verso il mare. Nel 2016 la trasformazione in un vero e proprio tour, con un successo crescente che ha portato 2690 ciclisti di notte sulle piste ciclabili da Ferrara a Bolzano, da Udine a Verona, fino a Milano.
L’apertura del nuovo tour della Bike Night è ancora una volta a Ferrara: per la quarta edizione in città cresce l’attesa per quello che è diventato uno degli eventi ciclistici più innovativi e genuini nella nostra regione e non solo, in grado di radunare appassionati da tutta Italia.
La grande novità è la festa il giorno prima della Bike Night, venerdì 16 giugno: l’appuntamento è alle ore 19.00 al Clandestino in via Ragno per la consegna dei pacchi iscrizione. Un momento per i partecipanti di ritrovarsi e iniziare a respirare l’attesa della partenza e anche ascoltare storie uniche di bici, grazie alla collaborazione con Ediciclo Editore. Sarà presente l’autrice Mila Brollo per raccontare la sua ‘follia’ in bici: un viaggio di 2000km lungo l’Italia per scoprire che anche a 58 anni, diabetica e senza averlo mai fatto prima, è possibile pedalare e superare i propri limiti.
Una donna in bicicletta, da sola, per perdonarsi, curarsi e incontrare il mondo. 2000 km da Gemona a Lampedusa lungo un’Italia folle e assolata: è l’incredibile storia di Mila Brollo raccontata nel libro ‘Biciterapia’, edito per Ediciclo, che verrà presentato al Clandestino venerdì 16 giugno alle 19. Sarà presente l’autrice, intervistata da Anja Rossi.
«Ho 58 anni, sono malaticcia e sovrappeso, – racconta Mila – ma bella viva e vivace. Ho il diabete di tipo 2 e mi sento in colpa per averlo. Non ho pensato al mio corpo per tutta una vita. Lavoro in psichiatria e ogni giorno mi accorgo che dovrei avere più coraggio e mi sento in colpa per quel che non ho fatto. Lavoro con i temi che riguardano “gli ultimi” e tante volte, il mio sentirmi piccola, mi ha paralizzato. Mi sento in colpa per le ripetute, vigliacche omissioni che pratico. Parto per un viaggio in solitaria da Gemona del Friuli a Lampedusa. 2000 km in e-bike: sarà un viaggio sorprendente. La mia età, la condizione fisica, gli incontri con centinaia di persone segnate dal disturbo mentale, e infine l’arrivo a Lampedusa, isola straordinaria per bellezza, accoglienza, pietas. Lungo la strada cercherò di perdonarmi, cucendo e unendo i margini delle mie reti e delle mie ferite. Sarà una biciterapia».
Una storia di limiti da superare, di passione da ascoltare, per pedalare anche contro le evidenze e che riprende lo spirito delle Bike Night: un evento che vuole dimostrare come 100km siano alla portata di tutti, che non esiste l’orario giusto per partire, che anche se è tardi e fa buio, con la bici si può arrivare lontano. Per vivere sé stessi e il territorio in modo autentico.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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