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Da: Università di Ferrara

Interventi di Daniele Seragnoli e Michalis Traitsis
5 novembre

Daniele Seragnoli, direttore del Centro Teatro Universitario e delegato del Rettore alle Pratiche teatrali in ambito sociale, e Michalis Traitsis di Balamòs Teatro, responsabile dei laboratori del Ctu, parteciperanno alla giornata di lavoro ‘La formazione nel teatro sociale e di comunità’, che si terrà sabato 5 novembre alla Civica Scuola di Teatro ‘Paolo Grassi’ di Milano (via Salasco, 4).
Spiegano Seragnoli e Traitsis: “Sarà un’occasione per presentare e discutere i progetti di formazione tramite linguaggi e pratiche del laboratorio teatrale, frutto di una collaborazione ormai decennale presso l’Università di Ferrara, con il coinvolgimento di altri partner e istituzioni locali ed extra regionali. Tra i percorsi consolidati, l’offerta di laboratorio teatrale del Ctu all’intera comunità dell’Ateneo e alla città, il progetto Passi Sospesi negli Istituti penitenziari di Venezia e l’attività didattica nell’ambito del Master universitario Tutela e diritti dei minori. A questi si aggiungono più recenti attività di formazione nell’ambito dei processi di integrazione presso le scuole ferraresi nell’area Gad (in collaborazione con il Comune di Ferrara), il laboratorio teatrale indirizzato a caregivers, anziani e operatori dei servizi (in collaborazione con Asp-Centro Servizi alla Persona/Servizio anziani), diversi altri laboratori presso il Ctu rivolti a studenti dell’area medica dell’Università di Ferrara, dottorandi, pazienti psichiatrici”.
Programma della giornata:
Civica Scuola di Teatro ‘Paolo Grassi’, via Salasco 4, Milano
Ore 10.00-17.00 #BP2016 | Teatro sociale e di comunità: la formazione degli operatori. Scuole e idee a confronto, a cura di Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino, con la collaborazione di Vito Minoia, Alessandro Pontremoli, Mimmo Sorrentino, #AteatroPro, #AteatroOpen, #AteatroDoc (in collaborazione con la Civica Scuola di Teatro ‘Paolo Grassi’). L’iniziativa intende riflettere su bisogni, metodi, competenze e risultati, valorizzando le esperienze più significative e le buone pratiche attivate in ambito professionale e accademico a livello nazionale e favorendone la condivisine e diffusione. Una particolare attenzione agli operatori più giovami si attuerà anche mettendo a disposizione dei progetti allo stato nascente la competenza di alcuni fra i massimi esperti del settore, con la modalità del ‘mentoring’.
Ore 18.00-19.30 Che cosa è il teatro sociale? A cura di Vito Minoia, Alessandro Pontremoli, Mimmo Sorrentino, #AteatrOpen (in collaborazione con la Civica Scuola di Teatro ‘Paolo Grassi’). “Una pratica teatrale, con metodologie specifiche, in cui équipe di professionisti esperti di teatro e di promozione del benessere delle persone operano con gruppi e comunità di cittadini – spesso svantaggiati – e realizzano percorsi teatrali, performance e progetti con finalità culturali, civili, artistiche e di benessere psicosociale”: a partire da questa definizione, tre esperti illustrano al pubblico le finalità e le modalità produttive di uno dei settori più vitali del teatro contemporaneo, offrendo strumenti di comprensione e interpretazione allo spettatore.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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