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Da Organizzatori

Si conclude giovedì 22 giugno, alle ore 21.00, nella Loggia della Palazzina Marfisa d’Este, in corso della Giovecca, a Ferrara, la rassegna musicale VivaLaMusicaViva, organizzata e promossa da Bal’danza in collaborazione con l’Orchestra Città di Ferrara e la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
Sul podio dell’Ensemble Musica Viva ci sarà Nicola Valentini, uno dei più brillanti e talentuosi giovani direttori Italiani.
In programma la monumentale Serenata in Sì bemolle maggiore K. 361 per due oboi, due clarinetti, due corni di bassetto, due fagotti, quattro corni e contrabbasso, detta anche Gran Partita di Wolfgang Amadeus Mozart.
Composta per tredici strumenti, la Gran Partita venne scritta a Vienna tra il 1783 e il 1784. Pagina eccelsa e ispiratissima, dalle dimensioni monumentali – si articola in ben sette movimenti – e con un organico assolutamente originale, la Serenata è un vero e proprio capolavoro di felicità inventiva, che richiede agli strumentisti virtuosismo, espressività e dinamiche proprie del più raffinato stile cameristico.
A corredare il concerto ci saranno le letture a cura di Chiara Baroni e Pier Giorgio Borasio.
Bal’danza si congeda dal suo pubblico prima della pausa estiva con un appuntamento imperdibile, sottolineato anche dall’impagabile bellezza della Palazzina Marfisa d’Este, nella cui loggia verrà ospitato il concerto.
L’incontro con Ottavio Dantone e con l’esperienza dell’ensemble di musica antica “Accademia Bizantina” di Ravenna, sua città natale, ha segnato fortemente il percorso formativo intrapreso da Nicola Valentini fin dalla giovanissima età, suscitando un notevole interesse per la prassi esecutiva barocca.
Diplomato in violoncello al Conservatorio di Parma, parallelamente agli studi di composizione e di direzione, si è dedicato ad un approfondimento costante dell’interpretazione del repertorio vocale e strumentale del ‘6/’700 sotto la guida di Ottavio Dantone, affrontando pagine di autori noti e partiture inedite, collaborando alla realizzazione di concerti, incisioni, oratori e soprattutto opere quali Olimpiade e Flaminio di Pergolesi, Die Entführung aus dem Serail, Così fan tutte, La Clemenza di Tito di Mozart, Annibale in Torino di Paisiello, Il viaggio a Reims, L’italiana in Algeri, Il Barbiere di Siviglia di Rossini, Giulio Cesare, Rinaldo, Alcina e Orlando di Händel, Tito Manlio di Vivaldi, Una Cosa Rara di Martin Soler, Orfeo, Il ritorno di Ulisse e L’incoronazione di Poppea di Monteverdi.
In qualità di assistente di Dantone ha partecipato ad importanti produzioni al Teatro alla Scala di Milano, La Fenice di Venezia, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Verdi di Trieste, Metropole di Lausanne, Opéra National du Rhin di Strasburgo, Palau de Les Arts di Valencia, Teatro Campoamor di Oviedo e al prestigioso Festival di Glyndebourne.
Nel 2014 è stato assistente del M° Stefano Ranzani al teatro comunale di Piacenza per la messa in scena di Elisir D’amore di G.Donizzetti.
Lo scorso luglio è stato assistente al Festival di Salisburgo nella produzione di “Così Fan Tutte”.
Ha debuttato con successo nel dicembre 2010 e successivamente ha tenuto concerti in diverse città italiane in qualità sia di direttore che di violoncellista concertatore, dirigendo varie formazioni con strumenti moderni e d’epoca tre le quali: Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, I Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro, Orchestra città di Ferrara, Orchestra Toscanini di Parma, Orchestra Sinfonica Principato de Asturia di Oviedo.
Lo Staatstheater Oper di Norimberga ha visto il suo debutto come direttore d’opera con Ezio di C.W.Gluck nel luglio 2012 e successivamente ha diretto in Spagna Il Barbiere di Siviglia di G.Rossini al Teatro Campoamor di Oviedo e al Teatro Jovellanos di Gijòn.
Nel 2013 collabora per la prima volta con l’Accademia di Bel Canto di Modena, guidata dalla grande soprano Mirella Freni, e nell’anno 2014-2015 ne ricopre il ruolo di direttore musicale. Durante questi anni approfondisce il repertorio operistico e soprattutto belcantistico.
Nel 2014 fonda Dolce Concento, ensemble con strumenti antichi volto all’esecuzione non soltanto del repertorio barocco ma anche di quello classico e romantico. Nel 2017 proprio alla guida del suo Dolce Concento Ensemble, debutta al Teatro “Claudio Abbado” di Ferrara con l’opera “Alceste” di Gluck ottenendo un grande successo.
E’ di quest’anno la nomina di “direttore associato” della Mitteleuropa Orchestra, formazione molto nota e di livello internazionale con sede a Palmanova.
Il grande favore di critica e pubblico lo ha presto segnalato all’attenzione internazionale, nonostante la giovane età, come esperto conoscitore del linguaggio musicale barocco, classico e belcantistico.

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PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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