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da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Legalità, lotta all’abusivismo e alla concorrenza sleale, regole chiare e uguali per tutti. Questi i temi che Confcommercio Emilia Romagna e FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) regionale stanno portando avanti, attraverso un confronto con le Istituzioni sul tema delle sagre e dell’abusivismo nella ristorazione, e che ha portato ad importanti modifiche alla legislazione di settore, a partire dall’istituzione del Calendario annuale delle sagre in ogni Comune.
In questa direzione è già stata inviata a tutti i primi cittadini della provincia di Ferrara una lettera, a doppia firma Ascom e Fipe provinciali, che chiede per l’appunto agli enti locali un incontro per definire la pianificazione annuale sagre comunali e nel contempo l’esame del regolamento proposto.

“Per liberare il settore della ristorazione dall’abusivismo e dalla concorrenza sleale e al tempo stesso per contribuire a definire, insieme agli Enti Locali, una programmazione degli eventi davvero coerente con le tipicità del territorio – commenta il presidente provinciale della Fipe Matteo Musacci – abbiamo definito un “Regolamento” per le sagre e le feste, che proporremo ai Comuni come strumento per impostare, a livello territoriale, i criteri per lo svolgimento di queste manifestazioni e dare così concretezza alle previsioni di legge”.
“Il Regolamento sulle sagre – prosegue la Fipe di Ferrara – è l’esito del lavoro che la nostra Federazione sta portando avanti, a partire dal Convegno FIPE Regionale organizzato a Imola lo scorso aprile, per mettere a punto iniziative e strumenti utili a sensibilizzare le Istituzioni, a tutti i livelli, sul fenomeno dell’abusivismo e della concorrenza sleale nel mondo della ristorazione. Questo impegno ha portato a condividere con la Regione la necessità di nuovi strumenti normativi per contrastare le forme di ristorazione abusiva nei nostri territori. Penso in particolare alla previsione del Calendario annuale delle Sagre, da concordare tra Comuni e Associazioni, che ha trovato posto nella nuova Legge comunitaria Regionale grazie alle nostre proposte e al nostro lavoro di questi mesi”. Come si ricorderà a livello della provincia di Ferrara è stato stimato che nei mesi da maggio ad ottobre le giornate di occupazione delle sagre siano oltre 1200 con in pratica tutti i week end impegnati: una situazione insostenibile per la ristorazione tradizionale alle prese inoltre con un fisco vorace ed una burocrazia oppressiva.
“Ascom Confcommercio e FIPE hanno denunciato a più riprese – ricorda Musacci – l’espansione, negli ultimi anni, di un mercato parallelo della ristorazione che ha raggiunto dimensioni straordinarie e non più sostenibile”. In base alle stime del Centro studi FIPE nazionale, in tutta Italia si contano oggi circa 42mila sagre (di cui 1.150 in Emilia Romagna) per oltre 300mila giornate complessive, e 10mila ristoranti agrituristici. Numeri all’interno dei quali si annida un mercato abusivo della ristorazione con un fatturato di 5,2 miliardi di euro e mancato gettito tra imposte dirette e contributi per 700 milioni di euro. Soltanto in Emilia Romagna questo mercato ‘parallelo’ vale 400 milioni di euro, con una perdita di gettito per 54 milioni di euro. “Lavoriamo d’intesa con Ascom Confcommercio da anni per arrivare ad un regolamento che premi solo le sagre autentiche, che hanno veri legami con l’enogastronomia tipica ed il territorio valorizzando i centri storici – spiega Musacci e prosegue – il fenomeno dell’abusivismo ha assunto dimensioni rilevanti, ed è ormai difficile distinguere tra vere e false attività. Accanto a iniziative “autentiche”, realmente senza fini di lucro, stanno infatti crescendo fenomeni sempre più frequenti di concorrenza sleale, che danneggiano diversi settori, a partire da quello della ristorazione. L’asimmetria delle regole non contribuisce a costruire una buona concorrenza ma genera inefficienza, abuso ed illegalità. Per questo abbiamo lavorato, in accordo con la Regione per aggiornare la normativa di settore, con risultati significativi che ora devono trovare sul territorio un adeguato terreno di confronto con le Istituzioni locali”.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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