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Una grande apertura della stagione del Teatro di Occhiobello: sulla scena i ragazzi del Terzo Segreto di Satira, gruppo da qualche anno star di YouTube grazie ai video incentrati sulla satira politica strettamente legata all’attualità e giunto nel paese rodigino per alternare i loro lavori di maggior successo a inediti sketch live. Un’occasione imperdibile per passare una serata all’insegna del divertimento e concedersi una risata (seppur spesso amara) sulla disastrata situazione politica italiana odierna, ma non solo: nel mirino della compagnia milanese anche il “popolo di Facebook“, ovvero quelle tante persone che – come inesorabilmente stiamo osservando anche in queste ore dolorose dopo i fatti di Parigi – non perdono l’occasione per sfogarsi sui social media, inveendo verso tutto e tutti e inneggiando con odio alle peggio cose.

IMG_0123Dopo le presentazioni del direttore artistico del teatro Marco Sgarbi, immancabili ovviamente le visioni di alcuni video del gruppo passati anche per la televisione (tra Piazzapulita e Report), divenuti virali grazie alle milioni di visualizzazioni sul web: tra i tanti, la guida alle elezioni per le primarie del Partito Democratico nel 2012 con un relativo focus sull’elettore medio di ognuno dei candidati, la trasformazione della Lega Nord di Bossi alla nuova Lega di Salvini raccontata prendendo spunto dal celebre film Goodbye Lenin, la narrazione delle gesta politiche dell’onnipresente senatore Pier Ferdinando Casini, e ancora un confronto da bar per meglio comprendere le ultime vicende estive sulle politiche economiche europee e la crisi greca. L’ultima visione non poteva che essere quella de “Il Dalemiano”, vera e propria chicca della compagnia incentrata sul sabotaggio di una serata a teatro, metaforicamente associata al “sabotaggio di un premier”.
Tra la visione di un filmato e l’altro, alcuni intermezzi per spiegare le origini di ogni video e irresistibili scenette per commentarli: hanno preso vita così i simpatizzanti di Bersani, Landini e Renzi sfidandosi in una dura battaglia a colpi di galateo e comportamenti per conquistare una donna (a sbaragliare la concorrenza, nemmeno a dirlo, il “renziano”), mentre un dibattito tra amici è diventato un’occasione per ragionare su come e perché a molte persone andrebbe revocato il diritto di voto (anche se dopo il lungo confronto emerge che a poter votare rimarrebbero ovviamente solo i due amici).

IMG_0143Spazio infine, coma anticipato, alle analisi dell’italiano medio su Facebook: partendo dai post e dai video pubblicati dalla pagina ufficiale del Terzo Segreto, il gruppo ha selezionato alcuni dei commenti migliori proponendoli al pubblico. Tra immancabili minacce, insulti e chi più ne ha più ne metta (ognuno di questi accolto con immensa ironia dagli autori), quasi “consolatorio” è stato sapere che, all’interno del video sull’Europa, tra le questioni più commentate vi era l’incredulità per un conto matematico sbagliato e non le scottanti questioni tirate in ballo.
Il live del Terzo Segreto di Satira si è poi concluso con le parole di “Bella Ciao” cantate sulla base di “Come mai” degli 883 ma soprattutto tra tanti applausi. Applausi che confermano il successo di questi ragazzi, capaci di fare di un mestiere spesso delicato come la satira politica un punto di aggregazione tra giovani e meno giovani ma, soprattutto, un punto di osservazione moderno per comprendere divertendosi la politica e la società dei nostri giorni. E l’annuncio di un molto probabile approdo del Terzo Segreto al cinema nel 2016 non può che farci contenti.

Clicca qua per leggere l’intervista al Terzo Segreto di Satira.

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Andrea Vincenzi

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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