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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore Massimo Mezzetti: “Un’importante svolta che valorizzerà cultura, turismo ed economia, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro” A disposizione delle produzioni 1 milione e 700 mila euro per il 2016.

Berlino – Il nuovo Fondo della Regione Emilia-Romagna a sostegno delle produzioni cinematografiche ha ufficialmente un respiro internazionale. La presentazione è avvenuta oggi, con un evento nell’ambito della 66esima Berlinale, organizzato in collaborazione con Apt Servizi, alla presenza delle autorità italiane in Germania e della stampa nazionale ed estera.
La Regione Emilia-Romagna apre così le porte alle realtà cinematografiche e audiovisive di tutto il mondo, riconoscendo la produzione cinematografica e audiovisiva quale fattore strategico per lo sviluppo economico, culturale e turistico del territorio. “Il nuovo Fondo – ha sottolineato l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, presentando l’iniziativa – segna un’importante svolta per l’Emilia-Romagna. Il nostro obiettivo è quello di attrarre case di produzione e prodotti di qualità, valorizzando il potenziale culturale e turistico del territorio, e incentivando contemporaneamente l’indotto lavorativo del settore, che attualmente vanta circa 800 imprese con 3.800 addetti”.
“Una filiera, quella dell’Emilia-Romagna – ha aggiunto l’Assessore – che comprende anche soggetti che operano nei settori del restauro e della conservazione delle opere cinematografiche e il Laboratorio ‘L’Immagine Ritrovata’ della Cineteca di Bologna, realtà unica in Italia e conosciuta in tutto il mondo”.
Il Fondo regionale – gestito da Emilia-Romagna Film Commission – ammonta per il 2016 a circa 1 milione e 700 mila euro (di cui 1 milione e 200 mila a disposizione di produzioni nazionali ed internazionali) attraverso un bando, in uscita nella seconda quindicina di febbraio. Una commissione di esperti valuterà in seguito i progetti pervenuti.
L’Emilia-Romagna è da sempre terra di cinema, per produzione e per fruizione. Ogni anno sul territorio vengono organizzati oltre 50 festival e manifestazioni di respiro nazionale e internazionale, come – per citarne alcuni – il Cinema Ritrovato, curato dalla Cineteca di Bologna; il Future Film Festival, per le nuove tecnologie del settore; il Biografilm Festival sulle storie e le vite incredibili di persone più o meno celebri; il Bobbio Film Festival, dedicato al cinema italiano e diretto da Marco Bellocchio; il Bellaria Film Festival, dedicato al cinema di realtà, a Riccione; Ciné, le giornate estive del cinema per l’industria e i professionisti del settore e, fresco di presentazione, Cinevasioni, il primo festival del cinema in carcere che si terrà all’Istituto di Pena Dozza di Bologna il prossimo maggio, coinvolgendo direttamente i detenuti.
In occasione della Berlinale, l’Emilia-Romagna Film Commission si è presentata inoltre con un nuovo logo, che celebra il passaggio dalla pellicola al digitale, operazione che, grazie all’intervento della Regione, ha consentito al 99% delle sale cinematografiche del territorio di poter adempiere alla direttiva europea e di proseguire così l’attività.
Prossimamente la comunicazione cinematografica e culturale si arricchirà anche di un nuovo sito internet, che informerà gli operatori ed appassionati, non solo sulle politiche della regione relative al settore, ma anche sulle notizie provenienti dal mondo del cinema, come protagonisti, festival, set e location. Info: filmcom@regione.emilia-romagna.it

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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