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Proseguirei l’analisi dei bisogni salienti della nostra comunità proponendo qualche altra occasione di volontariato nel vasto tema dei servizi alla Comunità a livello sociale, informativo, culturale, oltre a altri progetti. Bisogna allora aumentare l’area della responsabilità e sviluppare progettualità.
Mi sembra possa aiutare nella comprensione questo schema pensato dal grande storico ed economista professor Carlo Maria Cipolla di cui è famosa la frase “lo stupido è più pericoloso del bandito” e da me implementato posizionando una area della responsabilità in cui mi pare si possa individuare quella grande quantità di persone che sentono il bisogno di aiutare il prossimo anche quando questo significa sacrificio per sé stessi; non tutti per fortuna infatti agiscono solo quando ne possono avere dei vantaggi personali.
Ecco allora qualche altra possibilità di contributi volontari. In particolare nei servizi culturali e in quelli ambientali, aree che in questi ultimi anni hanno prodotto un ampio processo di trasformazione e che richiedono crescente attenzione e sensibilità collettiva.

Qualche esempio:
Educazione ambientale
Percorsi didattici e di approfondimento di tematiche ambientali da proporre a supporto della programmazione scolastica (I e II livello) ma anche presso strutture varie di cultura e di apprendimento. Possibilità di riunioni ed incontri di coinvolgimento presso circoscrizioni e altre istituzioni territoriali (aree protette, parchi, etc) per sensibilizzazione nei diversi temi della sostenibilità (ambiente, salute, mobilità, partecipazione e alimentazione).

Raccolte differenziate
Informazione e coinvolgimento dei consumatori per adeguarne il comportamento e gli atteggiamenti alle esigenze di prevenzione della produzione di rifiuti da imballaggio e partecipazione alle iniziative di recupero e riciclaggio. Lo sviluppo delle raccolte differenziate è uno dei principali temi per dare una reale svolta al difficile tema dei rifiuti, ma è anche uno degli elementi di maggiore criticità. E’ sicuramente cresciuto il livello di sensibilizzazione e di informazione, ma non basta. Bisogna migliorare i criteri di trasparenza e di corretta informazione ai cittadini nello sviluppo del riciclo, rafforzando utili sistemi di raccolta porta a porta, magari sostenendo il controllo della qualità del materiale raccolto, legandolo a verifiche di impurità e scarto, effettuando analisi di andamento nel tempo e miglioramento in continuo, analisi variabilità dei risultati tra territori, etc. Si tratta di attività a supporto del sistema di gestione, ma anche di una collaborazione più stretta tra gestore e cittadini.

Mercato last minute
Promozione di servizi sociali (soprattutto per derrate alimentari) ed iniziative di Last minute market per solidarietà e “spreco utile”. Un tema molto importante è quello relativo agli alimenti non più commercializzabili ma ancora commestibili che possono essere recuperati. Es. i pasti non consumati nelle mense (scolastiche e aziendali), le derrate alimentari non più vendibili negli ipermercati, gli scarti derivanti dalla ristorazione, gli scarti di produzione dell’industria agroalimentare. Si tratta di valorizzare il “banco alimentare” che recupera da supermercati cibi prossimi alla scadenza o non commercializzabili per altre ragioni, ma ancora perfettamente utilizzabili perchè perfettamente commestibili e dunque utili ad una distribuzione per meno abbienti.

Vigilanza sui servizi ambientali
Organizzare una rete di rilevatori per controllo territoriale. Funzioni di prevenzione e di accertamento delle violazioni, ruolo ispettivo a supporto. Si tratta di dare risposte qualificate a richieste specifiche delle Istituzioni. Deve essere garantito un codice etico che risponda a criteri, vincoli e principi predefiniti e concordati.

Affido di territori e quartieri
Crescono le esigenze dei territori nelle città (quartieri, contrade, strade commerciali, centri, etc) e aumentano le giuste esigenze dei cittadini nei confronti delle aree e dei territori che frequentano. Serve dunque garantire un livello di qualità sistematica e di un costante e continuativo strumento di vigilanza per rilevare le carenze e supportare i programmi di salvaguardia delle aree. Si pensa in generale alla pulizia del suolo, alla igienicità dei cassonetti, ai cestini, alla fruibilità di parchi e giardini, alla illuminazione pubblica, alle perdite d’acqua, alle infrastrutture presenti, alla segnaletica, ai cartelloni pubblicitari. Tale servizio di vigilanza può essere attuato per mezzo di un “affido” convenzionato con uno specifico gruppo di persone selezionate che svolgono il presidio costante e comunicano, autorizzati, tutte le segnalazioni. Nella recente riforma dei decreti del governo sono anche previsti possibili sgravi sulla tassa dei servizi a corrispettivo di servizi ambientali erogati.

Manutenzioni di “cose”
La cura di un anziano, la sua esperienza nel riparare, il rispetto delle cose, etc sono valori che nella società dell’usa e getta si stanno purtroppo perdendo. Ritrovare il valore delle cose e dunque la filosofia del recuperare può trovare valide soluzioni in questo contesto. Quanti oggetti rotti vorremmo recuperare per ricordo, per utilità, per valore e non sappiamo a chi rivolgerci. Pensiamo ad un orologio, magari a pendolo, ad un vaso di ceramica rotto, ad un utensile, ad un attrezzo domestico, etc. L’idea è di creare una officina di aggiustaggio dove recuperare le “cose”.

Infine vorrei ricordare un servizio che viene con grande impegno svolto dalla Auser di Ferrara e che mi chiedo senza il suo contributo cosa ne sarebbe delle nostre tante e belle strutture culturali:

Custodia mostre e musei
Assistenza nella fruizione dei patrimoni museali, garantendo la vigilanza e la custodia delle opere all’interno degli spazi espositivi, gestendo i flussi di accesso, fornire informazioni e assistenza alla visita. Inoltre si potrebbe offrire un sistema integrato di servizi: dalla gestione della biglietteria e bookshop alla guardiania e custodia diurna, dalle visite guidate alla realizzazione di laboratori didattici, al supporto logistico per trasporti e allestimenti.

Gestione biblioteche
Supporto al Sistema Bibliotecario delle Istituzioni per favorire il coordinamento delle attività di gestione e di archiviazione in un sistema a rete d’offerta culturale. Tale servizio potrebbe anche essere ampliato per operare meglio nella organizzazione con competenze relative alla biblioteconomia, bibliografia, archivistica, documentazione e materie correlate. Chi lavora a supporto volontario in biblioteca, a mio avviso, potrebbe essere un prezioso supporto se ha competenze in materia di organizzazione e gestione dei servizi, catalogazione, utilizzo degli applicativi specifici, gestione dell’informazione cartacea ed elettronica. Sarebbe utile collaborare nel pianificare le diverse attività, conoscere le sezioni della biblioteca, conoscere i documenti ed i sistemi di catalogazione, saper inserire i dati e gestire i servizi attraverso il software, essere in grado di promuovere i servizi.

Sono certo che molte persone possono, meglio di me, offrire contributi e soluzioni di merito. Nel vastissimo tema della cultura in generale io penso si possa arricchire la voglia di apprendere, conoscere. Si tratta di una esigenza crescente di molte persone che non ne hanno avuto il tempo e che desiderano ora imparare. Si possono sviluppare infatti interessi al di fuori della scuola, per scelta personale e senza arrivare agli impegni della università della terza età. Tenere attiva la voglia di sapere è un importante stimolo intellettuale. Alcune aree di interesse possono essere le seguenti:
a. Lezioni Arte, letteratura, storia, filosofia, etc
b. Corsi Culinari, giardinaggio, faidate, fotografia, pittura, etc
c. Ai mestieri artigiani (salvaguardia dei vecchi mestirei)
d. Laboratori lingua italiana (agli stranieri, ai turisti)
e. Supporti informatici di base (per anziani)

E molto altro ancora.

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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