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Da organizzatori

Le nuove disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato, introdotte della legge 30 novembre 2017 n. 179, sono state al centro di un convegno organizzato in mattinata dal Centro di Alta Formazione e Consulenza per le Amministrazioni del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, in collaborazione con la Prefettura di Ferrara.
Il convegno, che ha registrato una foltissima partecipazione, si inserisce nell’ambito di iniziative sviluppate in sinergia tra Prefettura e mondo accademico per offrire, principalmente agli operatori pubblici, occasioni di formazione ed approfondimento su temi di attualità che rivestono un interesse strategico per l’azione amministrativa.
Presenti al tavolo dei relatori, insieme con il Prefetto, dr. Michele Campanaro, il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, prof. Giovanni De Cristofaro, la prof.ssa Nicoletta Parisi dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, il prof. Bruno Caruso dell’Università di Catania ed i professori Gianluca Gardini, Marco Magri e Costanza Bernasconi dell’Università di Ferrara.
La nuova legge, entrata in vigore alla fine dello scorso anno, rafforza il quadro delle tutele in favore del dipendente pubblico (il whistleblower) che segnala illeciti.
A pochi giorni dalla pubblicazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza del Ministero dell’Interno per il triennio 2018-2020, approvato dal ministro Marco Minniti con decreto del 2 febbraio scorso, il Prefetto Michele Campanaro ha evidenziato che “…la disciplina del Whistleblowing, analogamente a tutta quella dettata in tema di prevenzione della corruzione, rappresenta una sfida specialmente per le pubbliche amministrazioni: una sfida a predisporre strumenti di tutela amministrativa idonei a consentire che queste disposizioni ed altre analoghe volute dal legislatore non rimangano esclusivamente sul piano programmatico, ma si traducano in buone prassi per rendere efficiente, oltre che non corrotta, l’azione amministrativa”.
“In questo contesto – ha ricordato ancora il Prefetto – il ruolo delle Prefetture è di primo piano nella misura in cui già la legge n.190/2012, ad esse assegna il compito di fornire agli enti il necessario supporto tecnico e informativo, al fine di assicurare che i piani siano formulati nel rispetto delle linee guida dell’Autorità e del PNA.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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