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Un disco solidale. Per la realizzazione del suo nuovo album, Beppe Giampà si affidata alla comunità: il 2 ottobre ha preso il via il crowdfunding a sostegno “Della fatal quiete“, titolo della raccolta dedicata alle poesie di alcuni dei più importanti scrittori della letteratura italiana come Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli e Dino Campana. Poesie musicate, cantate e interpretate con lo scopo di preservarne l’intimismo poetico anche sotto il punto di vista musicale. Tutti i sostenitori della sua campagna di crowdfunding riceveranno il cd, avranno il proprio nome inserito all’interno del libretto come coproduttori e/o partner e potranno scegliere altri gadget, tra cui la maglietta dedicata al progetto e la possibilità di organizzare un concerto live in un luogo a scelta.

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I mattini passano chiari
Beppe Giampà non è nuovo a questi progetti. In “I mattini passano chiari” ha già musicato e interpretato alcune poesie di Cesare Pavese, tratte dalle raccolte “La terra e la morte” (1945) e “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” (1950). Queste ultime, ritrovate tra le carte del poeta dopo la morte, sono liriche d’amore permeate di una struggente nostalgia, scritte con uno stile insolito per Pavese, dedicate all’attrice americana Constance Dowling, l’ultimo suo tragico amore.
Come ci ha insegnato Renzo Zenobi, non è facile tradurre le parole in musica, ma quando il suono dei testi riesce a trasformarsi in note, il risultato può essere stupefacente. Il progetto di Giampà è ambizioso, difficile e, soprattutto, si assume una responsabilità ‘senza rete’, come solo un animo poeta è in grado di fare.
Quante notti ha passato Beppe Giampà a respirare l’odore della terra descritta da Pavese, a leggere le sue poesie e a decidere quali musicare? Quanto ha influito il vivere nelle stesse terre, tra Langhe e Monferrato? Sono tanti gli interrogativi che vengono alla mente mentre si riassaporano gli amori, le paure, i colori della terra del poeta piemontese, tra note che spaziano dal folk al blues, dal jazz alla canzone popolare.
Il cantautore piemontese è stato coadiuvato, nella realizzazione del disco, da valenti musicisti quali Federico De Martino (piano, chitarra e basso), Manuel Daniele (programmazione batteria e percussioni), Italo Colombo (armonica e organetto) e Justina Wasowska (violino), Marco Genta (pianoforte e fisarmonica), Naudy Carbone (percussioni).

Le note del pianoforte e dell’armonica che accompagnano “Terra rossa terra nera”, il primo dei dodici brani dell’album, sciolgono subito ogni dubbio. L’interpretazione è viscerale e la musica rende melodica la poesia di Pavese, tragica, nostalgica e sanguigna allo stesso tempo.
Sarà anche un periodo di crisi per la discografia italiana ma certamente non lo è per la creatività dei nostri autori.
“Anche tu sei collina” si esprime in una ballata folk, dopo una lunga introduzione di pianoforte e fisarmonica, in cui le parole di Pavese sono cantate al ritmo di chitarre acustiche e semiacustiche, in una serie di suoni nitidi e puliti, idealmente silenti nei momenti in cui il testo domina: “Ritroverai le nubi e il canneto, e le voci come un’ombra di luna”.
“I mattini passano chiari”, il brano che dà il titolo all’album, è recitato da Giampà, accompagnato da piano, batteria e vocalist, d’influenza jazz. “Passerò per Piazza di Spagna” cattura l’ascolto sin dalle prime note, grazie a un’interpretazione intima e convinta con un andamento lento e incisivo.
“In the morning you always come back” trasforma la poesia in canzone, dove chitarra e piano dialogano alternandosi al testo, con un ritmo orecchiabile e piacevole all’ascolto.
“Tu sei come una terra” ha lo stile del vocepiano, con l’intervento vocale di Chiara Gallino, che ritroviamo anche in “To C from C”.
Il lavoro del cantautore piemontese ha facilitato la comprensione delle poesie di Pavese, grazie alla musica che le accompagna in perfetta simbiosi, esaltandone i lati oscuri con pause e alterazioni della voce e il suo contrario, manifestato dalla velocità del ritmo e da suoni brillanti.

Da “I mattini passano chiari” è nato uno spettacolo acustico dal titolo “Le parole di Pavese e Calvino dal Territorio alla Resistenza”, reading musico-letterario portato in tour da Giampà lungo la penisola e all’estero in Austria, Germania e prossimamente in Belgio. L’album è anche colonna sonora di un altro spettacolo teatrale che porta il medesimo titolo, scritto e diretto da Alessio Bertoli con Roberto Accornero, Barbara Forlai e lo stesso Giampà nei panni dell’ultima donna di Pavese: “La morte”. Se il reading tratta il rapporto del poeta piemontese con Territorio e Resistenza, nello spettacolo teatrale si parla, invece, del “Mestiere di vivere” dell’autore.

Beppe Giampà, domenica 11 ottobre alle ore 18, si esibirà a Ferrara presso la Sala della Musica, in via Boccaleone 19.

  • Link correlati
    Per saperne di più sul Crowdfunding clicca qui
    Video di “Alla sera”, poesia di Ugo Foscolo, il primo singolo tratto dal nuovo album: clicca qui
    Video di “Hai viso di pietra scolpito”, tratto dall’album “I mattini passano chiari” con le poesie di Cesare Pavese in musica: clicca qui
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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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