Skip to main content

La capacità di coinvolgere e di suscitare emozioni non sembra affatto una prerogativa della generazione dei quarantenni. Basta uno sguardo alla campagna elettorale americana: un candidato settantacinquenne trascina i più giovani (molti ragazzi tra i 17 e i 30 anni sono attivi nella campagna elettorale), in nome di una produzione sostenibile e locale e di una maggiore giustizia sociale. E’ Bernie Sanders, il rivale di Hilary Clinton: ha 74 anni e potrebbe averne quasi ottanta anni al suo ingresso alla Casa Bianca.
I giovanissimi non sembrano affascinati dal giovanilismo, anzi tendono a cercare ancoraggi e riferimenti nella generazione dei nonni. Come spieghiamo questo fenomeno, che smentisce palesemente i propositi di rottamazione che avrebbero dovuto inaugurare una stagione di riforme in Italia?
La generazione dei ‘Millenials’ (i nati tra il 1982 e il 2004) è affine per alcuni aspetti a quella dei senior e come questi è alla ricerca di valori: ne sono esempi l’interesse per l’ambiente e l’orientamento alla giustizia sociale. Si tratta di una generazione che sa di non avere garanzie, che vive un futuro incerto ed è consapevole di dovere contare su di sé. Una generazione che non può contare su un punto di approdo stabile, ma proprio per questo è assetata di speranza: se il futuro è incerto, la speranza deve poter essere alimentata. Per questa ragione il clima di strisciante rassegnazione che segna la generazione dei genitori non serve a sostenere l’ingresso nella vita dei giovanissimi. Si tratta di una generazione che esprime approcci pluralisti e non dicotomici, prova insofferenza verso la democrazia rappresentativa e verso ogni forma verticale, predilige modalità dirette di espressione e un’organizzazione orizzontale nel lavoro. Lontani dalla politica, ma impegnati in diverse attività sociali, i più giovani hanno capito che dall’età di internet possono venire opportunità di condivisione e anche l’occasione di inventare lavori. Troppo lontani dal posto fisso e anche dalle frustrazioni di non averlo raggiunto della generazione dei padri, cercano insieme ad altri vie di salvezza personale. Interpretano la sharing economy come uno spazio in cui si creano opportunità, vivono la flessibilità come esplorazione del mondo.
Che cosa offrono i nonni a questa generazione? Innanzitutto l’esempio di speranze di cambiamento, di innovazione, modelli di vita più aperti. I Millenials cercano nella generazione che ha creduto nell’uguaglianza sociale e in un mondo più giusto l’antidoto alla rassegnazione sfiduciata del presente.
C’è poi un ulteriore elemento che spiega il legame: la generazione dei nonni di oggi è la prima generazione entrata in massa all’università. Una generazione che conquistava il diritto a studiare in un’università non ancora così disastrata come quella che è seguita poi, che ha segnato una discontinuità cultuale e di visioni del mondo rispetto ai genitori e che si è battuta per conquistare libertà personali.
La generazione dei nonni rappresenta un ponte tra passato e futuro per questa generazione, in grado di ragionare in termini critici sulle esperienze passate, in grado di utilizzare le tecnologie e di mantenere uno sguardo al futuro.
Rispetto a queste esigenze si comprende che i nonni possano rappresentare un riferimento. Cresciuti in una fase di sviluppo che pareva illimitato e si associava a speranze di miglioramento della vita per tutti, di maggiore libertà personale e di ideali (certo molti dei quali sostenuti da ideologie e da ingenuità), i nonni sono in grado di essere un ponte tra un passato denso di attese e un futuro che deve restare popolato di sogni.

Maura Franchi vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi presso il Dipartimento di Economia. Studia le scelte di consumo e i mutamenti sociali indotti dalla rete nello spazio pubblico e nella vita quotidiana.
maura.franchi@gmail.com

tag:

Maura Franchi

È laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi, Social Media Marketing e Web Storytelling, Marketing del Prodotto Tipico. Tra i temi di ricerca: le dinamiche della scelta, i mutamenti socio-culturali correlati alle reti sociali, i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand.

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it