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A fine giugno sono andata all’Isola d’Elba per girare un reportage per la web tv dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, dove lavoro. Con la mia collega Lorena abbiamo preso un treno diretto a Piombino e, al ritorno, abbiamo fatto scalo alla stazione di Campiglia Marittima. Qui pomeriggio afoso, scenario da Far West e, inaspettata, una storia da scrivere.
Quella di Lampo, il cane viaggiatore. L’ho incontrato prima su un quadro, appeso al bar della stazione con tanto di dedica da parte delle Ferrovie Italiane, mentre sorseggiavo te freddo e menta.
Poi in una statua che gli è stata dedicata e che è nel giardino della stazione, coperta da due pini.
Infine nel racconto del barista, che, ringrazio, per essersi lasciato incalzare dalle domande.
La storia, che ha fatto il giro del mondo, in sintesi è questa qua.
Siamo nei primi anni cinquanta e un cane randagio si aggira nella stazione di Livorno. Un giorno un capostazione chiama l’accalappiacani e un ferroviere per salvarlo lo getta su un carro merci diretto a sud.
Arrivato a Campiglia Marittima, il cane scende dal treno e dopo qualche giorno viene praticamente adottato dal vice capostazione Elvio Barlettani che, a causa della sua velocità, lo chiama Lampo.
Da Campiglia, un nodo ferroviario con molto traffico, Lampo è in grado di prendere un treno per dovunque. Sale solo su treni passeggeri, nascondendosi sotto un sedile quando sente arrivare il controllore. Viaggio dopo viaggio Lampo visita ogni stazione nel raggio di 300 chilometri da Campiglia, diventando una presenza ben conosciuta.
La notte dorme nella stazione, ma al mattino salta sul treno locale per Piombino per accompagnare Virna Barlettani, la figlia del vice capostazione, a scuola e riprendere il treno per Campiglia subito dopo. Nel pomeriggio ritorna in treno a Piombino per riaccompagnare Virna a casa e poi di nuovo a Campiglia. Un giorno, però, il cane rimane intrappolato in una porta e il treno in partenza deve essere fermato per liberarlo. Un ispettore, che osserva l’accaduto, ordina di farlo sparire: Lampo viene caricato un treno per il lontano sud, con le istruzioni di abbandonarlo in aperta campagna, lontano da ogni stazione.

cane-lampo
Il leggendario Lampo, protagonista di un libro inglese per bambini

Dopo cinque mesi, malato e ferito, Lampo tornerà. Diventerà famoso e finirà sui giornali nazionali ed esteri. Sarà anche filmato da diverse troupe televisive. Morirà nel 1961 e alla stazione di Campiglia Marittima sarà eretta una statua in suo onore.
Elvio Barlettani, il vice capostazione, ha scritto un libro sulla sua storia intitolato “Lampo il cane viaggiatore” edito dalla casa editrice La Bancarella di Piombino. E’ catalogato fra le letture per l’infanzia, ma è un’iniezione di poesia ed energia raccomandabile anche agli adulti. Soprattutto a quelli che dimenticano di essere stati bambini.
Esiste anche un libro a fumetti in inglese intitolato “Famous dogs: Lampo the travelling dog” realizzato da James E. McConnell e pubblicato dalla Look and Learn.

Per saperne di più: [clic per vedere]
La storia di Lampo cane viaggiatore (Club Amici della Ferrovia)
Lampo, the travelling dog (Copertina, Look and Learn)
Lampo, il cane viaggiatore sul sito ‘Il cane insegna’

 

 

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Chiara Bolognini

Adora scoprire gli invisibili, dare voce a chi rimane nascosto, perché dentro tutti noi c’è sempre un mistero da svelare e qualcosa da imparare, condividere, amare. Di mestiere è giornalista e si occupa di comunicazione e marketing. E’ anche una counselor e una life coach, in formazione permanente. Adora il vino rosso, i tortelli con la zucca, la parmigiana, gli alberi, Mozart, Gaber e Paolo Conte. Ma soprattutto gli aquiloni e i palloncini che vagano, soli, nel cielo.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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