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Oltre 500 agricoltori ferraresi, insieme agli amministratori del territorio e agli straordinari volontari del Centro dell’Olmo di Portomaggiore hanno accolto in un grande abbraccio di solidarietà le terre del maceratese colpite dal sisma, dove agricoltori e allevatori stanno cercando di risollevarsi e guardare al futuro. Questo il significato profondo de “La Terra nel Cuore”, l’evento organizzato da Cia – Agricoltori Italiani Ferrara il 9 dicembre per raccogliere fondi a favore delle popolazioni del Centro Italia dove la terra ha iniziato a tremare il 24 agosto e ancora non si è fermata. Nel corso della serata sono stati raccolti oltre 10.000 euro che sono serviti ad acquistare e una casa mobile per una famiglia di agricoltori marchigiani di Amaldola (Mc) composta da sei persone, tra le quali un anziano disabile e due bambini piccoli. Il resto del ricavato potrà servire per l’acquisto di un’altra casa mobile da donare a un’altra famiglia in difficoltà o andrà ad aggiungersi al fondo di solidarietà istituito da Cia – Agricoltori Italiani a livello nazionale che ha già raggiunto i 200.000 euro.

La serata de “La Terra nel cuore” è iniziata con un incontro pubblico presso la sede comunale di Portomaggiore dove gli ospiti della serata Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera (Mc) e Mirella Gattari, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Marche hanno fatto il punto della situazione nel loro territori, con un focus sulla situazione di produttori agricoli, aziende agrituristiche e allevatori. Ad accoglierli, in una sorta di “gemellaggio di solidarietà” il sindaco di Portomaggiore Nicola Minarelli, il vicepresidente della Provincia Nicola Rossi, Maria Teresa Bertuzzi, senatrice della Repubblica Italiana e molti amministratori locali del territorio che con una voce comune hanno detto: “Noi ci siamo”. Ad aprire l’incontro l’ospite di casa, Minarelli, che ha ringraziato Cia Ferrara per aver organizzato un momento importante di confronto e solidarietà. «Stare insieme oggi è uno stare insieme importante perché è quello delle istituzioni, del volontariato e di un’intera popolazione consapevole di quanto avviene in altri territori dove la terra, l’agricoltura, le tradizioni e l’identità sono altrettanto forti della nostra.»
Nel corso dell’incontro particolarmente toccante il racconto del sindaco Falcucci, che ha parlato di Castelsantangelo sul Nera, un piccolissimo e antico borgo di montagna che rappresenta i molti colpiti del sisma in quel territorio. «Il sisma ha cancellato completamente il nostro borgo, portando con sé non solo i ricordi ma anche il lavoro delle persone ed è il lavoro la cosa più importante, per iniziare la ricostruzione e guardare al futuro. Alcune delle nostre attività stanno riprendendo a fatica, altre sono più difficili da ripristinare come la casa di accoglienza per anziani andata completamente distrutta. Voglio sottolineare – ha continuato Falcucci – che noi siamo rimasti in ombra perché i media parlato poco di noi e non chiamandoci per nome ma definendoci “i borghi marchigiani vicino a Norcia”. E senza nulla togliere ai nostri fratelli di Norcia, noi abbiamo un’identità nostra dalla quale siamo partiti per ricostruire iniziando praticamente da capo. Questa sera ci avete veramente aiutato in tutti i sensi perché abbiamo sentito la vicinanza di un territorio e di un popolo solidale come sa essere quello italiano e voglio ringraziarvi dal profondo del cuore.». E un ringraziamento profondo è arrivato anche da Mirella Gattari di Cia Marche che spiegato come aiutare concretamente le aziende e gli allevatori colpiti dal sisma. «Gli agricoltori sono i custodi del territorio, in particolare di quelli di montagna come il nostro dove esiste un profondo equilibrio tra agricoltura ed ecosistema ambientale. Per sostenere gli agricoltori marchigiani concretamente si possono compare i loro prodotti e prenotare gli agriturismi marchigiani che, anche se molto lontani dal sisma sono vuoti perché anche solo la parola terremoto spaventa ed è capace di rovinare l’accoglienza turistica di interi territori.»
La serata è continuata con una deliziosa cena, un momento conviviale reso possibile dalle molte aziende agricole che hanno donato i prodotti e naturalmente da agricoltori e cittadini che hanno accolto l’invito ed hanno partecipato all’evento. Importantissimo anche il lavoro costante di tutti volontari del Centro dell’Olmo che hanno reso possibile la serata e dell’impegno di Gianfranco Tomasoni, allevatore di Portomaggiore che ha dato il via all’organizzazione dell’evento insieme a Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara. Ed è stato proprio Calderoni a chiudere la serata ringraziando ovviamente tutti i presenti per il profondo impegno. «La vostra presenza stasera dimostra che avete compreso perfettamente cosa significa per un agricoltore o un allevatore perdere tutto quello che ha costruito nel corso della vita in pochi attimi. In questi ultimi mesi non si è parlato abbastanza del terremoto nelle Marche, schiacciati magari anche da altri eventi nazionali e internazionali e forse queste persone si sono sentite sole, perfino abbandonate. Ma io sono convinto che se dal nostro territorio e dagli altri nascono eventi come questi allora quelle popolazioni sanno che c’è qualcuno su cui possono davvero contare. Domani mattina la casa mobile sarà inviata alla famiglia di Amaldola (Mc) grazie alle aziende agricole della nostra associazione che, insieme ai volontari, hanno dato il loro cuore e il loro impegno per organizzare l’iniziativa. Oggi siamo diventati una grande comunità solidale che non ha confini territoriali perché il mondo dell’agricoltura è questo e l’Emilia – Romagna è questa. Ora – ha concluso Calderoni – bisogna continuare a sostenere le aziende colpite dal sisma in due modi: scegliendo i prodotti tipici dalle aziende agricole – elenco sul sito www.cia.it – e nel 2017 programmare una vacanza in uno dei meravigliosi agriturismi delle Marche.»

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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