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Da: Basso Profilo

Sabato 17 dicembre al Wunderkammer di via Darsena 57 il world cafè del progetto ‘Cultura in movimento’ per il futuro dell’ex Teatro Verdi

Mobilità sostenibile, turismo culturale, agenda digitale locale. Sono termini di difficile comprensione ancora per molti, soprattutto per chi non ‘mastica’ quotidianamente la materia. Sono però elementi importanti da capire e da saper utilizzare, specialmente in una città come Ferrara, dove nel prossimo futuro potranno determinarne la qualità e la competitività.
Per questo l’associazione di promozione sociale Basso Profilo, con il contributo e il patrocinio del Comune di Ferrara e la partnership del Consorzio Wunderkammer, nell’ambito delle azioni dell’Agenda digitale locale in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, sta sviluppando da alcuni mesi il progetto ‘Cultura in movimento’, un laboratorio aperto sui servizi e processi organizzativi, soprattutto digitali, legati alla mobilità sostenibile e al turismo culturale nel territorio ferrarese.

Sabato 17 dicembre, dalle 9.30 alle 13 al Palazzo Savonuzzi di via Darsena 57, sede di Wunderkammer, si terrà un incontro partecipato con modalità world cafè nell’ambito di ‘Cultura in movimento’ e degli eventi partecipativi legati al ‘Laboratorio aperto – ex Teatro Verdi’. L’intento della mattinata di co-progettazione è quello di creare una maggiore partecipazione dei cittadini nei processi decisionali e gestionali legati al turismo culturale, alla mobilità sostenibile in città e all’insieme di azioni e norme dell’Agenda digitale locale. Al laboratorio di sabato, dunque, potranno partecipare rappresentanti della pubblica amministrazione, cittadini, associazioni e imprese della provincia, ovvero tutti quei soggetti attivi nel territorio ferrarese che abbiano interesse a sviluppare questi importanti settori.
Con il world cafè si intende dare continuità al processo di progettazione partecipata sul futuro dell’ex teatro Verdi già avviato in città da Basso Profilo, attraverso una mappatura partecipata degli attori locali e degli uffici tecnici comunali operanti sul tema della mobilità sostenibile e del turismo culturale.

Cultura in movimento vuole infatti garantire un funzionamento efficace al futuro laboratorio urbano che nascerà a Ferrara nell’ex Teatro Verdi, grazie al finanziamento POR-FESR, ottenuto dal Comune di Ferrara.

Per informazioni sul progetto e iscrizioni al laboratorio partecipato:culturainmovimento.fe@gmail.com.
Blog: https://culturainmovimento.tumblr.com
Social: https://www.facebook.com/culturainmovimentoferrara/

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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