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Da: Regione Emilia-Romagna

Lavoro. Aumenta ancora il numero degli occupati in Emilia-Romagna: per la prima volta, superata la soglia dei 2 milioni, con 110mila nuovi posti in tre anni (+5,7%). Tasso di occupazione al 70,5%, il più alto nel Paese

I numeri del mercato del lavoro regionale nel secondo trimestre del 2018 sulla base dei dati Istat diffusi oggi. Scende la disoccupazione. Il presidente Bonaccini: “Dopo quelli sull’export, numeri che confermano il primato della crescita per l’Emilia-Romagna. Ma oltre che sulla quantità, siamo impegnati sulla qualità dell’occupazione, insieme alle parti sociali nel Patto per il Lavoro”

Bologna – Aumenta ancora il numero degli occupati in Emilia-Romagna. Nel secondo trimestre 2018, superano per la prima volta la soglia di 2 milioni, con una crescita di 44.500 nuovi posti di lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+2,2%) e di quasi 110mila sul secondo trimestre 2015, per un +5,7% negli ultimi tre anni. Il tasso di occupazione 15-64 anni arriva così al 70,5% (+1,4%), il dato in assoluto più elevato tra le regioni italiane, e va oltre quello precrisi del medesimo trimestre 2008, quando arrivò al 70,4%.
Sono i numeri sul mercato del lavoro in Emilia-Romagna nel secondo trimestre dell’anno sulla base dei dati Istat comunicati oggi.
“Dopo i dati sull’export, quelli sull’occupazione: sono numeri importanti- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- che rafforzano un primato, quello della crescita, che l’Emilia-Romagna registra ormai per il quarto anno consecutivo. Numeri che rendono possibile il traguardo della piena occupazione che ci siamo dati al 2020, ma che non ci fanno perdere il contatto con la realtà e con l’esigenza di aiutare chi ha più bisogno e sostenere un modello di sviluppo sostenibile. Siamo anche consapevoli che insieme alla quantità occorre impegnarsi molto sulla qualità dell’occupazione, affinché redditi e diritti non restino indietro. E questo attraverso l’azione condivisa portata avanti fin dall’inizio con tutte le parti sociali nel Patto per il Lavoro, dove- chiude Bonaccini- ancora in queste settimane stiamo lavorando per mettere a punto azioni concentrate soprattutto sui giovani”.
Continua a calare anche la disoccupazione, arrivata al 5,9% su base tendenziale, rispetto cioè al secondo trimestre 2017, quando era al 6%.
Decisa crescita anche per la partecipazione al mercato del lavoro, il cui tasso nel trimestre ha raggiunto il 75% (+1,4%), pure in questo caso il più alto nel Paese.
Nella media degli ultimi quattro trimestri (tra luglio 2017 e giugno 2018), il tasso di occupazione è stimato al 69%, il tasso di attività al 73,8% e il tasso di disoccupazione al 6,4%, tutti in miglioramento rispetto ai valori annui 2017.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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