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Da Regione Emilia Romagna

L’andamento del mercato del lavoro sulla base dei dati Istat comunicati oggi. Nel primo trimestre 2017 occupazione ulteriormente cresciuta del 2,4% rispetto a un anno prima, con un aumento di 46.600 posti di lavoro, e la disoccupazione scende di 1,3 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2016, il calo maggiore tra le regioni del Nord. Il presidente Bonaccini: “Numeri di grande rilievo, che confermano il trend positivo e l’efficacia del Patto per il Lavoro. Prosegue il nostro impegno per centrare l’obiettivo della disoccupazione al 5% nel 2020”

Bologna – Continua a salire l’occupazione in Emilia-Romagna: nel primo trimestre 2017 è ulteriormente cresciuta del 2,4% rispetto a un anno prima, con un aumento di 46.600 posti di lavoro. Gli occupati sono pari a 1.972.760, costantemente cresciuti negli ultimi due anni: +81.339 nuovi posti rispetto al primo trimestre 2015 (+4,3%).
Il risultato è un tasso di occupazione del 68,3%, che pone l’Emilia-Romagna al primo posto in Italia, dove ha raggiunto il Trentino Alto Adige. Un valore più alto sia rispetto alla media Italiana (57,2%) sia al Nord Est del Paese (66,7%). L’incremento tendenziale è pari a +1,6 punti percentuali ed è il più consistente rispetto al dato medio nazionale (+0,9 punti percentuali).
Sono i numeri sul mercato del lavoro in Emilia-Romagna relativi al primo trimestre dell’anno, sulla base dei dati Istat comunicati oggi, per i quali continua a scendere anche il tasso di disoccupazione: nel primo trimestre di quest’anno è pari al 7%, in calo di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2016, il decremento più consistente tra le regioni del Nord, e lontano dall’8,9% registrato all’inizio della legislatura (primo trimestre 2015). Un risultato dovuto alla continua discesa che si registra dal 2014 e che pone l’Emilia-Romagna in netto vantaggio rispetto alla media italiana (12,1%).
“Sono numeri di grande rilievo- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- che confermano un trend positivo sia in termini di nuovi posti di lavoro – quasi 47mila rispetto al primo trimestre del 2016 e oltre 81 mila negli ultimi due anni, con un tasso di occupazione che porta l’Emilia-Romagna al primo posto in Italia – sia per ciò che riguarda la disoccupazione, con un calo record di 1,3 punti percentuali sul primo trimestre dell’anno scorso. Numeri che sono la riprova dell’efficacia del Patto per il Lavoro sottoscritto con imprese, sindacati, enti locali, università e terzo settore, un fare rete, fare sistema che davvero sta portando crescita e nuova occupazione, che resta l’obiettivo primario della nostra azione di governo. Ribadisco il fatto che non ci accontentiamo- chiude Bonaccini- e continuiamo a lavorare per centrare l’obiettivo di portare la disoccupazione al 5% nel 2020”.
L’occupazione premia quella femminile
Le dinamiche di genere evidenziano negli ultimi tre mesi un incremento dei posti di lavoro maggiore per le donne (+31.300, +3,6%), più che per gli uomini (+15.300, +1,4%). La componente maschile ha un tasso di occupazione pari al 73,8% (+1,2 punti percentuali), mentre quella femminile ha raggiunto il 62,8% (+1,9 punti percentuali). L’aumento dei posti è tutto concentrato nel lavoro dipendente (+53.400, +3,6%) ed interessa soprattutto la componente femminile (+30.500 rispetto a, +22.900 degli uomini).
Scendono le persone in cerca di occupazione
Nel primo trimestre 2017 le persone in cerca di lavoro sono 148.088, con una contrazione rispetto ad un anno prima di circa 26.700 (-15,3%).
Si ha un segnale positivo sul fronte del lavoro femminile: aumenta sia il livello di partecipazione al lavoro retribuito sia l’occupazione, generando così un calo della disoccupazione (-8,700 unità, pari a -9,8%). Il tasso di attività femminile nel primo trimestre 2017 è pari al 68,4%, +1,2 punti percentuali rispetto ad un anno prima, il più alto dell’intero Paese dopo la Valle d’Aosta (68,6%).
Per gli uomini il tasso di attività si colloca stabilmente al 78,6%.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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