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In occasione della mostra Carlo Bononi. L’ultimo sognatore dell’Officina ferrarese, le conferenze de Il Museo. Dentro e intorno proseguono anche nell’autunno con un’attenzione privilegiata al pittore ferrarese. Tutti gli incontri si tengono nel Salone d’onore della Pinacoteca Nazionale di Ferrara
Primo appuntamento martedì 17 ottobre alle ore 17 con Francesca Cappelletti (Unife), Giovanni Sassu (Musei civici di Arte antica) sul tema La mostra di Carl Bonoi a Palazzo dei Diamanti e la fortuna della pittura ferrarese nel mondo anglosassone, conversazione di Patrick Matthiesen (Londra). Il ciclo è, come sempre, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici e TekneHub dell’Università di Ferrara e sostenuto dalla Fondazione Ferrara Arte, in collaborazione con i Musei Civici di Arte Antica, gli Amici dei Monumenti e dei Musei ferraresi, complici nell’aprire le porte di musei e di luoghi della cultura alla scoperta delle opere, delle collezioni e delle storie che li abitano.
In questa speciale edizione, il racconto si svolgerà su due contesti paralleli.
Torneremo dentro il museo per parlare di come avviene la promozione di cultura a livello europeo e degli istituti preposti alla diffusione del patrimonio storico artistico italiano nel mondo. Di nuovo, il museo sarà raccontato dal punto di vista degli studi ma anche delle emozioni che è capace di generare, come crocevia di persone e di culture, in grado di coinvolgere il visitatore all’interno di un’esperienza attraverso la testimonianza densa di sapere e suggestione di chi ha dedicato la propria vita alla ricerca storico artistica. Parleremo di mostre, della loro origine e del loro importante riflesso sulle politiche culturali territoriali.
Intorno a Bononi sarà il tema che caratterizzerà la seconda sezione di questo ciclo di conferenze e sarà legato alla mostra di Palazzo dei Diamanti su Carlo Bononi. Saranno approfonditi temi legati alla pittura del Seicento e ai pittori contemporanei dell’artista ferrarese attraverso un viaggio all’interno delle più importanti collezioni d’arte italiana nel mondo. A narrare queste storie si susseguiranno storici dell’arte, galleristi, studiosi, direttori e conservatori di importanti musei e centri culturali italiani e internazionali, che offriranno un ampio margine di confronto con il pubblico.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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