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Da Confagricoltura

“La Commissione Europea ha proposto lo scorso 20 luglio di estendere per 10 anni l’autorizzazione dell’uso del glifosate, proposta che fa seguito allo studio pubblicato dalla European Chemical Agency (ECHA) nel marzo scorso, secondo il quale non ci sono prove scientifiche per classificare il glifosate come cancerogeno, confermando gli indirizzi già espressi dall’EFSA e da numerosi altri organismi scientifici internazionali e cioè che non vi sono elementi che inducano a ritenere che la sostanza sia genotossica o che presenti una minaccia di cancro per l’uomo e che, quindi, non pone un reale rischio per la salute umana; analogamente le valutazioni di impatto ambientale all’interno degli utilizzi nelle dosi e modalità autorizzate, indicano la non sussistenza di pericoli, dato il minimo impatto ecotossicologico della sostanza. Lo stesso Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Andriukaitis, ha ribadito la mancanza di elementi scientifici certi per dubitare della sicurezza del glifosate”. Lo ricorda il Coordinatore di Agrinsieme Ferrara Pier Carlo Scaramagli, che prosegue “il coordinamento nazionale di Agrinsieme ha ritenuto opportuno porre nuovamente la questione legata al rinnovo dell’autorizzazione sul glifosate sia all’attenzione dei Ministri competenti, con un’apposita nota, sia nel corso di un’audizione presso la Commissione Agricoltura del Senato, in relazione alle decisioni che dovranno essere assunte a livello europeo. Ciò in quanto è necessario che le risoluzioni politiche e tecniche che verranno assunte in Italia ed in Europa, si fondino sugli esiti delle rigorose valutazioni compiute dalle diverse autorità europee, che hanno proprio il compito di verificare la nocività per la salute umana della sostanza, evitando che le decisioni su di un argomento divenuto di grande attualità, siano basate su comunicazioni non obiettive, oggetto di una battaglia ideologica non supportata da valide tesi scientifiche, che potrebbero solo generare confusione nell’opinione pubblica. Premesso che gli agricoltori pongono rilevante attenzione alla sicurezza dei prodotti alimentari ed allo loro qualità, come pure alla tutela dell’ambiente – ha concluso il coordinatore di Agrinsieme Ferrara (il coordinamento tra Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Cia e Confagricoltura), se non dovesse essere confermata l’autorizzazione sul glifosate le aziende agricole verrebbero private di un importante strumento per la gestione malerbologica in tutti i contesti agricoli, rendendole meno competitive rispetto alle aziende di Paesi extra UE, dove la sostanza resterebbe comunque ammessa, provocando ingenti danni economici all’agricoltura italiana, con conseguenze in termini di occupazione, produzione e qualità del comparto agro-alimentare”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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