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Da: Università di Ferrara

In occasione del centenario della nascita di Giorgio Bassani, l’Università di Ferrara ha organizzato una serie di iniziative per celebrare e ricordare il grande scrittore ferrarese, nell’ambito del Convegno Giorgio Bassani, 1916-2016, che si tiene dal 14 al 19 novembre tra Roma e Ferrara ed è organizzato da Unife, dalla Sapienza Università di Roma, dalla Fondazione Giorgio Bassani e dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Bassani, con il contributo del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo.
Si parte domani, mercoledì 16, e giovedì 17 novembre rispettivamente dalle 15 alle 19 e dalle 15 alle 17.30 presso la Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea, (via Scienze, 17), con due sessioni intitolate “I libri di Giorgio Bassani: traduzioni, tradizioni, negoziazioni”, dedicate alla diffusione editoriale e alla ricezione delle opere di Giorgio Bassani nel mondo, curate da Matteo Galli e da Cristina Montagnani, rispettivamente Direttore e Professoressa ordinaria del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife. Nel corso dell’iniziativa, giovedì 17 novembre alle 17.30, Paola Bassani e Mirella Haggiag consegneranno il Premio internazionale ‘Robert Nissim Haggiag’ per il migliore Essay su Giorgio Bassani, istituito dalla Fondazione con lo scopo di promuovere e valorizzare ricerche e studi originali legati alla figura e all’opera del grande scrittore.
Al termine del convegno alle 18.15 sarà inaugurata nella splendida cornice di Palazzo Turchi di Bagno, (c.so Ercole I D’Este, 32), la mostra incentrata sulla diffusione editoriale delle opere di Giorgio Bassani nel mondo “I libri di Giorgio Bassani: traduzioni, tradizioni, negoziazioni”, curata da Rosy Cupo. Ideata integrando l’allestimento tradizionale con percorsi di tipo multimediale, l’esposizione riattraversa la carriera artistica di Giorgio Bassani, dagli esordi ai primi riconoscimenti nazionali e internazionali. La cronistoria della diffusione dell’opera bassaniana è documentata dall’esposizione delle edizioni più significative, inserite in percorsi atti a evidenziare le motivazioni sottese alla soluzione grafica della copertina, privilegiato veicolo di trasmissione di una precisa interpretazione dell’opera e dalle lettere scambiate dallo scrittore con editori, agenti e traduttori di tutto il mondo, da cui emergono le dinamiche dell’operazione editoriale. Una mostra virtuale, creata utilizzando il software open source MOVIO accessibile da una postazione dedicata, che presenterà i risultati della ricognizione delle edizioni straniere esistenti di opere di Giorgio Bassani, dimostrandone l’ampia diffusione in molti paesi europei ed extra europei. A corredo della mostra documentaria verrà proiettato il documentario “I Luoghi dell’Airone”, regia di Cesare Bornazzini e saranno esposti i manifesti originali dei film tratti dai romanzi di Bassani, prestati da Motionpicture.it: Archivio manifesti cinematografici originali, collezione Silvia Nonnato. Correlate alla mostra anche una serie di conferenze che si terranno nell’ Aula 1A di Palazzo Turchi di Bagno. Ecco il calendario:
1 dicembre ore 17 – Rosy Cupo – Il romanzo di Ferrara nel mondo
15 dicembre ore 16 – Tina Matarrese – Italiano versus francese: il caso Bassani
12 gennaio ore 17 – Sergio Parussa – L’America di Giorgio Bassani
Il secondo e il quarto martedì del mese alle ore 11 inoltre si terranno delle visite guidate con prenotazione obbligatoria: rosy.cupo@unife.it
La mostra sarà visitabile fino al 15 gennaio dalle 10 alle 18, mentre rimarrà chiusa dal 24 dicembre 2016 al 4 gennaio 2017

Terzo appuntamento venerdì 18 novembre alle 9.30 presso la Sala dei Comuni del Castello Estense con la giornata di studio ‘Bassani e l’arte’, organizzata con l’obiettivo di mettere in luce il contributo dato dallo scrittore alla cultura italiana dagli anni Cinquanta in poi, e in particolare di evidenziare il rapporto con l’ambiente bolognese e fiorentino.
​Divisa in due sessioni, la giornata affronterà al mattino il tema dei rapporti tra lo scrittore e il mondo artistico bolognese, soffermandosi sia sulle amicizie con i maggiori storici dell’arte esponenti della critica artistica del periodo, sia sul clima storico e artistico dell’Italia degli anni Cinquanta. Alle 17 si terrà la tavola rotonda ‘Bassani, ieri, oggi e domani. Dal gruppo 63 ad oggi’, nel corso della quale storici dell’arte e della letteratura apriranno un dibattito sulla fortuna critica e artistica dello scrittore ferrarese.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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