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da: Ufficio Stampa M5S Emilia-Romagna

L’assessore alla Sanità Sergio Venturi, rispondendo in aula a una interrogazione della consigliera regionale del M5S Raffaella Sensoli, ha confermato la positività di una doccia dell’ospedale al batterio della legionella che potrebbe aver provocato la morte di un uomo poche settimane fa. “Ennesimo buco nero di una struttura nata già vecchia e che mette a rischio l’incolumità dei pazienti”.

“La Regione ha confermato la presenza della legionella a Cona. Un fatto gravissimo che si va a sommare ai tanti scandali che in questi anni hanno interessato un ospedale nato già vecchio e che invece di assicurare le necessarie cure ai cittadini ne mette addirittura a repentaglio l’incolumità”. È questo il commento di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità dopo che l’assessore Sergio Venturi ha risposto questa mattina in aula a una interrogazione, presentata dalla stessa consigliera, sulla morte di un paziente ricoverato all’ospedale di Cona forse causata dalla contaminazione da legionella. “Pur con tutte le cautele del caso e in attesa di avere riscontri oggettivi, l’assessore Venturi ha confermato la presenza del batterio in un valore molto elevato in una delle docce utilizzate dal paziente deceduto – spiega Raffaella Sensoli – e quindi di aver segnalato alla Procura questa scoperta che successivamente ha provveduto ad avviare un’inchiesta. Purtroppo i nostri sospetti si sono rivelati essere del tutto fondati. È un fatto gravissimo che, qualora le indagini della magistratura dovessero confermare, getta l’ennesima ombra su una struttura, quella di Cona, che di nuovo non ha proprio niente”. Per la consigliera regionale del M5S la presenza del batterio della legionella in ospedale non rappresenta di certo una sorpresa, anzi. “Chi, come me, ha visto cosa si nasconde nei cunicoli non può essere stupito da notizie del genere – aggiunge Sensoli – Umidità, tubi e muri invasi dalla muffa, calcinacci che si sgretolano come polistirolo, sono solo la punta dell’iceberg di quello scandalo che è Cona. Scandalo per il quale da punto di vista penale nessuno ha ancora pagato ma i cui responsabili dal punto di vista politico hanno un nome e cognome già da tempo, ovvero quelle forze politiche che hanno governato il nostro territorio da decenni e che hanno contribuito a realizzare una struttura che invece che prendersi cura dei pazienti ne mette addirittura a rischio la vita”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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