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da: Movimento Rinascita Cristiana Ferrara

Un’autorevole voce del mondo laico ha chiamato in causa i cattolici ferraresi invitandoli ad uscire dal silenzio e ad esprimersi su recenti affermazioni pubbliche dell’Arcivescovo. L’avv. Edoardo Nannetti ha risposto con un suo intervento che è stato pubblicato su questo giornale.

Anche il Movimento Rinascita Cristiana di Ferrara ha deciso di accogliere questo appello, considerandolo una possibile occasione  di confronto e di dialogo all’interno del mondo cattolico e dell’intera comunità civile.

In una realtà complessa come la Chiesa,  pur nella comune fede in Gesù Cristo e nel vangelo, convivono visioni, idee e sensibilità diverse che cercano un loro legittimo spazio di espressione nel pluralismo della società d oggi.

In questa complessità è normale che possano  insorgere motivi di dissenso  non sui principi, come il valore incontrovertibile della vita in tutte le sue forme, ma  su come  comunicarli e calarli, laicamente, nella prassi della odierna società  plurale.

Molti  cattolici in queste situazioni scelgono di non prendere posizione pubblicamente  soprattutto per non  alimentare sterili  polemiche mediatiche e contrapposizioni  ideologiche  che ostacolano il dialogo  fra mondo cattolico e cultura laica, di cui oggi più che mai si avverte il bisogno.

I laici di Rinascita Cristiana  riflettono da tempo  sul rapporto  fra Chiesa  e società,  sulla laicità, sull’etica pubblica  e su come vivere da credenti  una cittadinanza responsabile nella comunità civile. A questo scopo cercano talvolta di coinvolgere il mondo della cultura laica nelle loro iniziative in un dialogo che considerano fondamentale , come nella  recente iniziativa sulla Evangelii Gaudium , l’esortazione  papale che così efficacemente ha saputo parlare al cuore di  tutti e mettere  in luce  i tanti aspetti su cui possono convergere le persone a cui preme il bene della collettività.

Sfide di enorme portata ci stanno davanti e richiederebbero  l’impegno di tutti in questo tempo in cui vediamo progressivamente abbassarsi il livello sociale  di solidarietà e di umanità.  Pensiamo, per fare solo  qualche esempio,  alle povertà antiche e nuove che appesantiscono la vita di tanti nostri concittadini, alle tante fragilità presenti nelle nostre  comunità che chiedono attenzione e risposte, al diffondersi di atteggiamenti di rifiuto delle diversità, alla negazione dell’accoglienza, per paura o per interesse,  dei disperati che fuggono da guerre e persecuzioni e all’ecatombe di vite umane nelle acque del Mediterraneo.

Come credenti sentiamo  la responsabilità di tradurre il messaggio evangelico in scelte e comportamenti che promuovano la cultura dell’incontro fra tradizioni diverse , attenti nella comunicazione ad assumere personalmente la fatica dell’ascolto e del confronto nella ricerca del Bene Comune.

Questo chiediamo a noi stessi e alla nostra Chiesa: di guardare con  benevolenza, e ” tenerezza”, agli uomini e alle donne  che vivono accanto e insieme a noi e con i quali condividiamo contraddizioni e incoerenze, ma anche speranze e aspirazione al bene.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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