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da: Associazione Ferrara Buskers Festival

Io non ci sto! L’articolo intitolato “Vie del centro come latrine” non da merito al grande sforzo che l’Associazione Ferrara Buskers Festival insieme al Gruppo Hera e al Comune sta facendo in questi anni con il Progetto EcoFestival, dal punto di vista della sostenibilità dell’evento e per offrire agli occhi degli spettatori l’immagine di una città pulita e in ordine, nonostante le centinaia di migliaia di persone che arrivano da ogni parte d’Italia e dall’estero. Il lavoro che stiamo facendo è enorme e riconosciuto anche da enti di certificazione (siamo tra i primissimi eventi culturali in Italia certificati Iso 20121) e da istituzioni che hanno inteso premiare il nostro impegno con riconoscimenti come il Premio Cultura in Verde, e con importanti patrocini come quello, recentissimo, rilasciato dal Ministero dell’Ambiente. I dati parlano a nostro favore: dall’inizio del progetto i rifiuti da spazzamento dell’area e da svuotamento dei cestini si sono ridotti del 56%, mentre la raccolta differenziata ha prodotto in quattro anni 672 quintali di rifiuti. 15 sono i nostri EcoAssistant che nell’area del festival si prodigano in ogni modo per sviluppare la raccolta differenziata e per dare consigli agli spettatori sul modo più corretto per smaltire ogni tipo di rifiuto. Inoltre, attraverso la Sorgente Urbana (installata dal Gruppo Hera in Piazza Trento e Trieste) e l’adozione del bicchiere riutilizzabile del festival abbiamo contribuito ad una drastica riduzione del materiale usa e getta e quindi della quantità di rifiuti prodotta. In collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del Comune, distribuiamo perfino ecoastucci per evitare l’abbandono dei mozziconi per strada. Andare in vie non toccate dalla manifestazione, spesso degradate anche fuori dal Festival, come piazza Gobetti, dove l’abitudine al bivacco non è certo fenomeno recente e ascrivibile alla nostra manifestazione, ci pare poco corretta. Poi, che su centinaia di migliaia di spettatori ci sia qualcuno che non si comporti in maniera civile statisticamente è molto probabile, ma invitiamo tutti a vedere cosa lasciano in strada manifestazioni ben più piccole delle nostre. Abbiamo anche noi le nostre fotografie da mostrare, come quelle in allegato scattate il venerdì (una delle giornate più affollate) nel corso dell’edizione 2014, prima dell’intervento degli spazzini. E’ evidente che raccontano una storia completamente diversa.

Luigi Russo

Direttore organizzativo del Ferrara Buskers Festival e responsabile del Progetto Ecofestival.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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