Skip to main content

Un ferrarese innamorato della propria città, dell’arte e degli artisti del Rinascimento estense, non potrà perdersi gli eventi che si stanno svolgendo in questi mesi a Venezia, ad opera della Fondazione Giorgio Cini, istituita nel 1951 dal nostro illustre conterraneo Vittorio Cini.

E’ una doppia ricorrenza quella che la Fondazione ha voluto ricordare quest’anno con una serie di eventi eccezionali e di altissimo livello: il trentennale dall’apertura della Galleria di Palazzo Cini e il 60° anniversario della nascita dell’Istituto di Storia dell’Arte avvenuta nel 1954 per volontà dello stesso Vittorio Cini.
In questa occasione ha riaperto infatti al pubblico la Galleria che restituisce alla città di Venezia e anche a noi ferraresi l’opportunità di vedere meravigliosi capolavori toscani e del Rinascimento ferrarese.

momento-ferrarese-venezia-cini
‘San Giorgio’ di Cosmè Tura, Galleria di Palazzo Cini

Oltre ad opere meravigliose come la “Madonna con il Bambino” di Piero della Francesca e il “Doppio ritratto di amici” del Pontormo, alla Galleria di Palazzo Cini si può ammirare un raro gruppo di capolavori del Rinascimento ferrarese: svetta il nervoso e scattante “San Giorgio” di Cosmè Tura, le tre tavolette di Ercole de’ Roberti “Santa Caterina d’Alessandria”, “San Girolamo” e “San Giorgio”, provenienti dallo smembrato polittico Griffoni e di cui noi conserviamo il “San Petronio” alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara; da segnalare anche la famosa “Scena allegorica” di Dosso Dossi proveniente dal soffitto della camera da letto di Alfonso I d’Este di Palazzo ducale a Ferrara, e il “Ritratto di Tito Vespasiano Strozzi” di Baldassarre d’Este. La Galleria di Palazzo Cini rimarrà aperta fino al 2 novembre, tutti i giorni escluso il martedì dalle 11 alle 19, in Campo San Vio, Dorsoduro 864.

Galleria di Palazzo Cini, Campo San Vio
Galleria di Palazzo Cini, Campo San Vio

Una serie di accordi e collaborazioni con altre importanti realtà museali sono stati stilati per arricchire e rendere fruibili altri capolavori e procedere ancora oltre nella ricerca in ambito artistico: ciò permetterà alla Galleria di accogliere ogni anno opere “ospiti”; dal prossimo 5 settembre al 2 novembre “L’Ospite a Palazzo” sarà l’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto (1530), della Fondazione Brescia Musei. Grazie alla collaborazione con il Louvre, dal 16 al 18 ottobre si terrà anche un convegno scientifico su “I rami smaltati del Rinascimento italiano. Geografia artistica, collezionismo, tecnologia”, in quanto la Fondazione possiede un cospicuo e prezioso nucleo di smalti rinascimentali di fattura veneziana. Infine il 30 e 31 ottobre avverrà la prima edizione delle “Giornate di studi di storia dell’arte”, un’iniziativa che vuole evocare lo storico convegno su “Arte figurativa a arte astratta” con cui si inaugurò l’Istituto proprio nell’ottobre del 1954.

momento-ferrarese-venezia-cini
‘Tky over nine columns’, installazione di Heinz Mack, isola di San Giorgio

Da non perdere è anche la visita alla meravigliosa Isola di San Giorgio Maggiore dove l’installazione di luce di Heinz Mack “The sky over nine columns” crea emozionanti e inaspettate suggestioni. Il piazzale cambia fisionomia e riluce di nuovi significati e connessioni: le nove colonne realizzate con 850.000 tessere di mosaico d’oro e alte più di sette metri, vogliono creare un ponte nel tempo e nello spazio con lo splendido mosaico dorato della Basilica di San Marco e riprendere le storiche relazioni culturali tra Oriente ed Occidente (materiali e lavorazioni sono stati realizzati tra Venezia e Dubai). Molto interessanti e ben fatti i video che raccontano la realizzazione dell’opera e che vengono proiettati in una sala affianco alla facciata della chiesa di San Giorgio: dall’artigiano veneziano che forgia a mano i fogli d’oro per le tessere del mosaico, all’intervista con l’artista, all’operazione logistica che è stata necessaria per trasportare le colonne da Dubai a Venezia. Da segnalare anche una simpatica iniziativa: la Fondazione ha indetto un concorso fotografico mettendo in palio un quadro di Heinz Mack; il premio andrà a chi scatterà la foto più originale di una persona messa in “posizione da colonna” davanti ad una delle colonne.

Nell’Isola di San Giorgio ha sede anche la Fondazione Giorgio Cini, l’ex monastero benedettino attiguo alla chiesa, restaurato e tenuto con grandissima cura, di cui si possono visitare solo per appuntamento e con guida i meravigliosi chiostri, il cenacolo e la ricchissima biblioteca (per le intense attività che si stanno svolgendo alla Fondazione, le visite sono sospese sabato 13 settembre e dal 18 al 23 settembre compresi).

Gli eventi riportati in questo articolo si inseriscono nel ricco e vivace percorso che la Fondazione ha intrapreso e che continua a svolgere incessantemente fin dalla costituzione nel 1954, con grande slancio, lungimiranza e qualità artistica.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito della Fondazione Giorgio Cini [vedi]

tag:

Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

I commenti sono chiusi.


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale.  Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 

Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it