Skip to main content

Come ogni anno la fine dell’estate per Mantova coincide con l’inizio dei preparativi di Festivaletteratura, manifestazione culturale, giunta quest’anno alla sua diciottesima edizione, che si terrà nella città lombarda da domani (mercoledì 3) a domenica 7. Ormai divenuto uno degli eventi principali del panorama letterario, tutt’altro che limitato al solo territorio nazionale, Festivaletteratura si prepara a questa nuova edizione che va sancendo la sua maggiore età forte di un seguito in costante aumento oltre che di un programma vastissimo, caratterizzato da 350 ospiti e centinaia di eventi sparsi per tutta la città. Un successo già fortemente misurato in questi giorni: oltre quarantamila i biglietti venduti e tantissimi gli eventi sold out, tra i quali quelli attesissimi di Michele Serra, Francesco de Gregori, Beppe Severgnini, Philippe Daverio, Michael Cunningam e Jeremy Rifkin. Grandi nomi che si vanno ad aggiungere ai tantissimi altri volti, noti e meno noti, pronti ad alternarsi tra i vari palchi allestiti in alcuni dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia della città. Eventi che toccano ogni genere e pensati per tutte le età: tanti infatti sono gli incontri per i più giovani, i laboratori, i workshops e le varie iniziative che rendono il Festival ancora più dinamico e moderno. Confermati anche gli appuntamenti serali con il Blurandevù, una serie di eventi gratuiti caratterizzati dall’incontro/intervista tra alcuni ospiti (quest’anno saranno presenti tra gli altri Massimo Recalcati e Stefano Benni) e le “magliette blu”, ovvero i volontari di Festivaletteratura. Particolare e doverosa una menzione per questi ultimi, vero e proprio motore trainante della manifestazione che, come ogni anno, invadono ogni angolo di Mantova riconoscibili appunto dalla maglietta blu che indossano; più di 700 i volontari per questa edizione, tra i quali buona parte provenienti anche dall’estero, impegnati in ogni settore organizzativo che spazia dalla logistica al servizio eventi, dalla biglietteria all’accompagnamento autori.
Questo, in sintesi, è Festivaletteratura, cinque giorni all’insegna di quel vastissimo mondo quale è la letteratura, capace di riunire nello stesso luogo politici e sportivi, cuochi ed economisti, romanzieri e cantanti, affascinando migliaia di persone pronte ad accorrere alla corte dei Gonzaga. Ed è davvero impossibile camminare per le strade della città senza scovare nemmeno uno dei tanti luoghi nei quali hanno sede gli eventi, situati anche in periferia o in comuni confinanti. Un occasione per discutere di tante tematiche e di confrontarsi con personalità influenti, scoprire nuovi talenti e fare incetta di tantissimi libri acquistabili nell’enorme libreria allestita in piazza Sordello. Tutto quindi è pronto per la diciottesima edizione e la speranza è che le inevitabili grandi attese vengano rispettate: Festivaletteratura è divenuta infatti linfa vitale per Mantova, una città che festeggia oltre che il trecentocinquantesimo compleanno de “La Gazzetta di Mantova” (uno dei suoi giornali locali e il primo quotidiano fondato in Italia), anche il freschissimo riconoscimento di Palazzo Ducale tra i primi venti musei nazionali. Un momento importante quindi per la città, e come ogni anno una grandissima opportunità quella del Festival per arricchirne il prestigio e sensibilizzarne il turismo. Ma una grandissima opportunità, ovviamente, anche per la nostra Italia, un modo per ridare voce ed importanza alla cultura sottolineandone e rimettendone in evidenza la centralità, questione purtroppo spesso dimenticata nel nostro paese.

tag:

Andrea Vincenzi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it