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da: associazione Altroconsumo

I consumi delle famiglie in Italia secondo l’Istat sono diminuiti da 29.450 euro all’anno nel 2010 a 28.300 euro all’anno del 2013, con una differenza di oltre 1.100 euro all’anno, corrispondente al 4% sul totale.

Spesa più contenuta e più attenta da consumatori assillati dalla crisi. In parallelo la mappa della grande distribuzione nel nostro paese è andata ridisegnandosi, seguendo la nuova domanda: sboom degli ipermercati, esplosi vent’anni fa insieme alla liberalizzazione nell’offerta all’utenza, investitori stranieri in crisi – Billa, il colosso austriaco che aveva acquistato Standa dieci anni fa ha chiuso nel 2014; Carrefour si è ritirato dal sud Italia per mancati obiettivi sugli utili; Auchan e i suoi 1400 esuberi annunciati.

Il settore è in evoluzione grazie all’economia di nuova generazione, quella intangibile ma realissima via internet: Amazon apre la sezione “alimentari e cura per la casa”.

In questo contesto Altroconsumo presenta l’annuale inchiesta su supermercati, iper e hard discount in 68 città italiane. Da oltre trent’anni l’appuntamento con il risparmio concreto seguendo la mappa della convenienza in città e per insegna: un concreto aiuto per i consumatori che vogliono risparmiare.
Rilevati 1.083.983 prezzi su 105 categorie di prodotti (spesa alimentare freschi e confezionati, prodotti per l’igiene personale e per la casa), 885 i punti vendita visitati.

L’inchiesta, disponibile su www.altroconsumo.it/supermercati, è consistente e articolatissima, traccia la classifica della convenienza per città e il podio delle insegne più convenienti.
Quest’anno, a seconda dei tipi di spesa, Emisfero, catena di super diffusa nel nordest, si aggiudica il titolo di “Supermercato più conveniente d’Italia” per i prodotti di marca; Iper quello di “Marca commerciale più conveniente”; Eurospin quello di “Hard discount più conveniente”.

Nel giro d’Italia della convenienza, a fronte di una spesa media (dati Istat) di 6350 euro all’anno per famiglia tipo, a Verona è possibile ottenere il risparmio più consistente: scegliendo i punti vendita più interessanti in un anno in media si abbatte la soglia dei 6000 euro – nessun’altra grande città in Italia offre di più. Seguono Arezzo, Firenze, Pistoia e Pisa – Toscana la regione più virtuosa tra tutte. In fondo alla classifica Palermo, Ascoli Piceno, Pescara e Aosta, dove la spesa costa 600 euro in più della media nazionale.

Dove non c’è dinamica concorrenziale i prezzi si allineano verso l’alto e lì stanno. Dove invece si fronteggiano insegne a suon di sconti chi vince è il consumatore e il suo portafogli ci guadagna: a Pordenone, Torino o Cuneo, e anche Napoli, il delta del risparmio supera i mille euro. Al contrario, scarse possibilità a Reggio Calabria e Caserta: solo 150 euro di differenza tra punti vendita più e meno cari.

Altroconsumo ha seguito i tre profili di spesa diversi degli italiani: che si scelgano prodotti di marca, quelli meno cari dell’insegna o che si vada all’hard discount è sempre possibile realizzare la spesa necessaria ritagliando un margine di risparmio. Da un punto vendita all’altro gli esperti dell’organizzazione di consumatori hanno rilevato su uno stesso prodotto di marca differenze del +175% (un’acqua gassata) o di +122% (un olio extravergine).

Classifica città per convenienza su spesa media

VERONA
5999
AREZZO
6017
FIRENZE
6021
PISTOIA
6022
PISA
6040
TREVISO
6046
ASTI
6066
CUNEO
6073
LA SPEZIA
6110
PADOVA
6121
PORDENONE
6135
LIVORNO
6156
BARI
6207
RIMINI
6214
VICENZA
6226
SAVONA
6247
VENEZIA
6254
BRINDISI
6259
TORINO
6269
PERUGIA
6277
TARANTO
6279
ALESSANDRIA
6300
PESARO
6306
COSENZA
6310
TERNI
6317
BOLZANO
6326
BERGAMO
6331
MODENA
6339
NOVARA
6359
LATINA
6359
NAPOLI
6364
LECCE
6368
FROSINONE
6371
BRESCIA
6375
AVELLINO
6380
CASERTA
6386
CATANIA
6392
FOGGIA
6397
GENOVA
6400
TRENTO
6405
CATANZARO
6406
SALERNO
6407
RAGUSA
6409
VITERBO
6410
CAMPOBASSO
6418
VARESE
6419
SIRACUSA
6419
ANCONA
6428
MILANO
6428
SASSARI
6432
COMO
6436
REGGIO DI CALABRIA
6444
UDINE
6450
ROMA
6454
POTENZA
6461
PARMA
6469
CHIETI
6483
PIACENZA
6485
MESSINA
6487
FERRARA
6493
BOLOGNA
6502
TRIESTE
6513
L’AQUILA
6515
CAGLIARI
6518
PALERMO
6560
ASCOLI PICENO
6573
PESCARA
6575
AOSTA
6636
Fonte: Altroconsumo, settembre 2015

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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