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Incontro Annalisa Felletti, assessore all’Istruzione, nel suo ufficio in Residenza municipale. Un gioiello di arredo decò che meriterebbe gli onori dell’Expo milanese. Un incontro atteso, da entrambi, che immediatamente induce alla confidenza e al tu reciproco. Come non chiederle subito, avendo sollecitato, io, dalle pagine del nostro quotidiano il ritorno dell’assessorato all’Istruzione, «che cosa ha indotto il sindaco a cambiare idea?». «Il contesto non è quello di prima», osserva Annalisa, «le innovazioni forti che hanno caratterizzato la politica dei servizi e del sistema integrato nella passata legislatura, che il sindaco ha voluto monitorare direttamente, ormai sono consolidate. Nello stesso tempo con le riforme istituzionali, a partire dal superamento della Provincia, crescono i compiti del sindaco, ma l’impegno a tenere alta la gestione e la qualità dei servizi non può venire meno, di qui la necessità di attribuire la delega ad un assessore.» Alla domanda «i progetti del tuo mandato?», “valorizzare, essere punto di riferimento, fare rete”, sono le parole chiave dell’assessore. «In un recente incontro a Formia, città gemellata con noi, ho potuto toccare con mano come l’esperienza e il patrimonio dei nostri servizi educativi non sia solo una grande ricchezza per la città, ma un punto di riferimento per tanti oltre le nostre mura. Questo capitale, dunque, deve essere sempre più valorizzato, occorre inoltre che l’assessorato si ponga come punto di riferimento di tutta la scuola ferrarese, in fine bisogna fare rete: Comune, Stato, Privati. Per scendere più in concreto ho delle idee, cerco di sintetizzarle: acquaticità, che vuol dire nuoto fin dal nido, cyberbullismo, lotta all’omofobia, educazione alimentare e ambientale, promozione della conoscenza del territorio tra i nostri studenti, dalla città al Delta, coinvolgimento nelle istituzioni dei bambini e dei giovani». Le risorse. In tempi di spending review, mi viene spontaneo chiedere «Su quante e quali risorse pensi di contare?» «In un quadro generale di risorse che calano, il nostro impegno è di mantenerle inalterate, senza tagli sostanziali, tantomeno tagli lineari. Faremo tutti gli sforzi possibili per continuare a investire sulle risorse umane, in particolare sul personale insegnante, sul suo aggiornamento, sulla sua formazione. L’obiettivo è quello di un grande investimento sul capitale umano. Bene. E allora parliamo della “buona scuola”. «Il governo Renzi lancia come strategico il rapporto scuola territorio. Da questo punto di vista, se ti chiedessi luci e ombre della scuola ferrarese? «È un po’ presto. Sto ancora approfondendo. Con una battuta potrei dire che al momento vedo molte luci, per la qualità e la varietà dei servizi che offriamo» «Sì. Questo per le scuole comunali. Ma io mi riferivo alla scuola statale…» «Beh, lì qualche difficoltà sicuramente in più…» Elenco: edilizia scolastica, scuole aperte, educazione musicale, rapporto con il Conservatorio e le scuole a indirizzo musicale, educazione motoria, strutture e associazioni del territorio, educazione permanente, il futuro del Cpia (Centro provinciale istruzione degli adulti), scuola lavoro… «Per ognuna mi bastano delle risposte sintetiche, delle parole chiave». «In tanto lunedì inauguriamo, dopo il terremoto, la scuola Mosti. Per il resto investimenti continui, soprattutto sul fronte della sicurezza. Per le scuole aperte è fondamentale la sussidiarietà, in particolare il rapporto con i comitati dei genitori nei diversi istituti. In un territorio come il nostro dove le note musicali sono nate deve essere assolutamente realizzato un grande investimento, anche progettuale, sull’educazione musicale. Dell’educazione motoria ho già parlato a proposito dell’acquaticità, ma ti voglio dare un’anteprima, il 2 ottobre l’assessorato allo sport presenterà alla città la “Consulta dello sport”, noi ne saremo parte, per lavorare in sinergia. Il tema della dell’educazione permanente va rilanciato. La questione del Cpia è complessa. Ma c’è l’impegno dell’ente locale affinché a settembre del prossimo anno anche a Ferrara il Cipia possa partire. Infine scuola e lavoro. Qui si tratta di aggiornare il sistema alle nuove esigenze. Ma tutto dipende dalle decisioni nazionali. Per cui al momento stiamo alla finestra, per capire quali sono i canali su cui investire». Nella rubrica “La città della conoscenza” da tempo ho proposto di realizzare a Ferrara, come in altre parti del mondo, il Festival dell’Apprendimento che coinvolga dai piccoli agli adulti, dalle scuole alle istituzioni culturali. Allora chiedo ad Annalisa «Cosa ne pensa?». «Io rilancio. Sono molto seria. È un’ottima idea. Anzi, propongo a ferraraitalia di essere partner di questa cosa, come la rivista Internazionale lo è di Internazionale Ferrara. È una cosa a cui credo molto senza riserve». «Per concludere, lunedì 15 riapre la scuola. Cosa vuoi dire agli studenti, a chi lavora nella scuola, alle famiglie?» «La scuola più che mai è il futuro di questo Paese. Tutto dipende dall’istruzione, per cui la scuola non può essere un tema per i soli addetti ai lavori, ma riguarda tutta la società. Senza fiducia nella scuola non c’è fiducia nel futuro. Auguro a tutti quanti un proficuo anno scolastico».

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Giovanni Fioravanti

Docente, formatore, dirigente scolastico a riposo è esperto di istruzione e formazione. Ha ricoperto diversi incarichi nel mondo della scuola a livello provinciale, regionale e nazionale. Suoi scritti sono pubblicati in diverse riviste specializzate del settore. Ha pubblicato “La città della conoscenza” (2016) e “Scuola e apprendimento nell’epoca della conoscenza” (2020). Gestisce il blog Istruire il Futuro.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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