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Da MONACO DI BAVIERA – Qual è l’odore che caratterizza Ferrara? Molto è stato scritto sulla luce della Pianura padana, e tutti conoscono le città grandi e piccole lungo il Po, immerse nella fitta nebbia. Ma l’odore di Ferrara? Lo scrittore Alberto Savinio sapeva perfettamente di che cosa odora, ovvero di che cosa odorava Ferrara nella prima metà del secolo scorso: riteneva di potervi individuare, esattamente come a Monaco, l’odore dei “ceppi bruciati”. Alberto Savinio, fratello del pittore Giorgio de Chirico, era uno dei pochi scrittori italiani che conoscevano sia Ferrara sia Monaco: tra il 1906 ed il 1909, entrambi soggiornarono per un certo periodo di tempo nella capitale bavarese. Giorgio frequentò per due anni l’Accademia delle Belle Arti, mentre suo fratello Andrea – che più tardi assunse lo pseudonimo di Alberto Savinio – prese lezioni di musica presso il famoso compositore tedesco Max Reger. Oltre alle lezioni di pianoforte con Reger, poco sappiamo del soggiorno monacense di Andrea de Chirico (Alberto Savinio). Un piccolo appunto tratto da Ascolto il tuo cuore, città, lo stupendo libro di ricordi della Milano di fine Ottocento, ci consente tuttavia di affermare che durante la sua permanenza a Monaco avesse notato qualcosa di caratteristico: “Ferrara è la sorella in odore di Monaco. Entrambe sanno di ceppi bruciati. Due città cordialissime entrambe, ed invernali. Entrambe invitano al chiuso domestico, al gemütlich della propria casa.”
Ferrara e Monaco sono senz’altro due città cordiali, con tante case accoglienti. E durante l’inverno, a volte, sono sicuramente anche delle incantevoli “città invernali”. Ma sorelle in odore lo sono state probabilmente solo nella fantasia dello scrittore. Savinio, che Luigi Malerba e Umberto Eco reputano il loro maestro, è considerato uno dei predecessori della letteratura italiana moderna. Il suo ritratto della città, di Milano innanzitutto, è caratterizzato da un particolare interesse per i dettagli dimenticati e per le persone che vivono ai margini delle grandi piazze. Il suo interesse era rivolto alle cose che vivono all’ombra delle sorelle ammirate: “le cenerentole della città”. Si trattava, per lui, di cominciare dalle cose che non vengono colte ad una prima e superficiale occhiata. Prima di avvicinarsi ad un oggetto, ad una persona, ad un’opera d’arte o ad un’intera città, dirigeva il suo sguardo su qualcosa di apparentemente marginale. Pertanto capitava che iniziasse l’’auscultazione’ del cuore di Milano con una passeggiata attraverso Venezia, una sosta al Caffè Pedrocchi – rimasto fino ad oggi uno die cuori pulsanti di Padova – o appunto aspirando l’odore di Venezia o Ferrara. Camminava attraverso la Serenissima toccando, ascoltando, gustando e fiutando, come se volesse allenare i suoi sensi in luoghi sconosciuti, prima di affrontare la passeggiata attraverso l’amata Milano. Nessuna città è mai stata vissuta a amata così al femminile come la città di Venezia. Forse proprio per il suo odore. E a Ferrara pensava appunto di avvertire l’aspro odore dei “ceppi bruciati”. Ovunque indirizzi i suoi sensi – colonne di marmo, mobili, vetrine, campanelle della stazione -, inizia subito la vita, si accende la fantasia, si effettuano viaggi nel mondo surreale della marginalità e dell’inezia. Difatti, tutta la sua attenzione è rivolta alle cose che vivono lontane dai grandi eventi pubblici e di massa. Da Savinio possiamo apprendere l’arte del girovagare come uno scopritore curioso nei ripostigli del quotidiano e della normalità. Savinio ci insegna a puntare lo sguardo sulle “cenerentole della città”. Basta cercarle negli angoli nascosti, minimi, della realtà. E di questi, a Ferrara, ce ne sono tanti.

[Si ringrazia Giovanna Runggaldier per la traduzione dell’articolo dal tedesco all’italiano]

Carl Wilhelm Macke, giornalista pubblicista indipendente, è segretario generale dell’associazione “Journalisten helfen Journalisten” con sede a Monaco di Baviera. Amante da sempre dell’Italia, è un cultore della letteratura emiliano romagnola contemporanea. Vive tra Monaco di Baviera e Ferrara.

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Carl Wilhelm Macke

È nato nel 1950 a Cloppenburg in Bassa Sassonia nel nord-ovest della Germania. Oggi vive a Monaco di Baviera e il piu possibile anche a Ferrara. Lavora come scrittore e giornalista. E’ Segretario generale della rete globale “Giornalisti aiutano Giornalisti (www.journalistenhelfen.org) in zone di guerra e di crisi, e curatore dell’antologia “Bologna e l’Emilia Romagna”, Berlino, 2009. Amante della pianura.

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Caro lettore

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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